Nessuno è entrato in questa grotta per 16 mila anni, scoperta estremamente rara

Una scoperta estremamente rara, che ha a che fare con una grotta. Nessuno entrava qui da 16mila anni, cosa conteneva?

Scoperto ingresso di una grotta
Scoperto l’ingresso di una grotta – viaggi.nanopress.it

Una nuova elettrizzante scoperta, arriva da qualcosa risalente a moltissimi anni fa. Una grotta già definita dagli esperti “importantissima”. Questa è solo l’ennesima bella novità in ambito archeologico di questo 2023. Un anno davvero ricco di soddisfazioni per chi da sempre è impegnato nel campo nella ricerca di dettagli sulla storia della nostra civiltà e del nostro pianeta. Vediamo insieme di che si tratta.

Una scoperta estremamente rara, all’interno di una grotta

Un nuovo traguardo nel mondo dell’archeologia, arriva da un luogo in cui nessuno entrava da circa 16 mila anni. Una scoperta estremamente rara avvenuta nel sud della Germania. Lo raccontano alla stampa gli stessi autori dei rilievi.

Ci troviamo nella bella città di Engen, un centro di 11.000 abitanti nel cuore della Germania. Da tempo qui la Dott.ssa Yvonne Tafelmaier dell’Università di Tubinga, stava conducendo qui degli scavi.

E precisamente all’interno di una grotta risalente al periodo magdaleniano. Si tratta di un periodo storico risalente a 18-17.000 – 11-10.000 anni fa. Più o meno verso la fine dell’ultima glaciazione. Gli storici lo considerano l’ultima cultura risalente al Paleolitico europeo.  Il nome lo si deve ad una scoperta di Gabriel de Mortillet, quando rinvenne un sito dell’epoca a Abri de la Madeleine, nella zona di Tursac, in Dordogna, nel lontano 1863.

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Una scoperta estremamente rara – viaggi.nanopress.it

La grotta di cui parliamo era in realtà già da tempo nota agli studiosi. Purtroppo però nessuno aveva potuto approfondire le ricerche per via del fatto che l’ingresso risultava sconosciuto. Almeno fino ad oggi. Pertanto si stima che gli ultimi esseri umani entrati qui dentro siano stati cacciatori del periodo dell’Era Glaciale. Lo rivela il team di ricerca in un comunicato stampa.

I lavori all’interno della grotta a Engen

Per gli archeologi si tratta di un rinvenimento epocale. Molto raro infatti che venga scoperta un simile reperto paleolitico. Eppure un reperto simile è utilissimo per chi da sempre studia questo periodo storico.

Secondo la professoressa Tafelmaier gli scavi nella grotta permetteranno di poter studiare più dettagliatamente il comportamento dei cacciatori in questo periodo. Negli anni gli stessi archeologi hanno approntato metodi di ricerca molto più moderni, che non vedono l’ora di testare in questo caso.

Quando diciamo che gli archeologi erano già a conoscenza di questo importante luogo, intendiamo che già una parte della grotta era nota ed esplorata dalle equipe di ricerca sin dal 1978. In questo periodo i ricercatori erano infatti riusciti ad aprire un buco nel soffitto. Capendo in questo modo che l’utilizzo fatto dai cacciatori del luogo era quello di cercarvi riparo.

Successivamente il buco era stato chiuso in attesa di individuare l’ingresso, fino al 2021, quando gli scavi e le ricerche sono ricominciati. Nel cercare l’ingresso originale della grotta i ricercatori dell’Università di Heidelberg hanno localizzato una cavità di ben 20 metri. Come? Utilizzando una tecnica relativamente nuova chiamata imaging. Osservando le immagini si sono resi conto che l’ingresso era bloccato da numerosi sedimenti, dunque forse per questo motivo era rimasto sconosciuto per così tanti anni.

Ingresso della grotta
Ingresso della grotta – viaggi.nanopress.it

Gli scavi hanno permesso inoltre di recuperare diversi reperti, quali ossa di animali e strumenti di pietra, tutti risalenti all’era glaciale. E non è tutto. Grazie ad accurate misurazioni geofisiche risalenti allo scorso aprile, il team può affermare con certezza che la grotta è molto più grande di quello che si pensava inizialmente. Potrebbe arrivare a 20 metri di profondità e alto parecchi metri.

Questa è solo una delle sensazionali scoperte effettuate in Germania nell’ultimo periodo. A luglio a Schelklingen è stata rinvenuta una statuetta sempre dell’Era Glaciale. Inoltre una statuetta d’avorio risalente a ben 35.000 anni fa. Pare che appartenga ad un ornamento già individuato nel 1999.

Anche questo ritrovato all’interno di una grotta. Da un punto di vista archeologico pare che le grotte regalino sempre più spesso incredibili reperti, soprattutto relativi all’arte preistorica. Vedremo cos’altro la grotta di Engen potrà rivelare in futuro.

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