100 mila esemplari si nascondevano nel muro del bagno di una casa nei pressi di Roma. Si tratta di un caso da record mai verificatosi prima dopo. Ecco i dettagli della vicenda.
Con l’arrivo della bella stagione non è raro vedere gironzolare in giro le api alla ricerca di polline e nettare da aspirare e portare in alveare per il sostentamento di tutti gli abitanti del nucleo.
In questo periodo le colonie d’api sono in fermento, nel pieno della loro attività, e tutte si danno da fare per portare a termine il proprio compito. Tra l’ape regine, i fuchi e le api operaie un’arnia può raggiungere anche i 90 mila esemplari.
90 mila: un numero che può far sobbalzare, ma che è nulla in confronto alla colonia di oltre 100 mila api trovata pochi giorni fa a Roma.
100 mila api nel muro del bagno in una casa a Roma: l’impresa dello zoofilo Andrea Lunerti
100 mila api in ben 8 favi di quasi un metro e mezzo ciascuno. Questi sono i numeri straordinari nei quali si sono imbattuti gli esperti. Ci troviamo a Castelnuovo di Porto, un piccolo paese di poco più di 8 mila abitanti a pochi chilometri da Roma.
In un’abitazione della cittadina vivono Alessia Prosperi e la zia novantatreenne. Da circa cinque anni le due donne sembra che però non fossero le sole padrone di casa. In una parete infatti si erano intrufolate da tempo alcune api che all’interno di una cavità nel muro avevano creato il loro nido.
Quando le due signore si sono rese conto dell’enormità dell’alveare hanno quindi subito chiamato chi di competenza per rimuovere il nido. Quest’ultimo infatti rendeva impossibile l’accesso al giardino e rappresentava un pericolo per le donne.
La delicata fase di estrazione delle 100 mila api
L’esperto Andrea Lunerti ha lavorato sodo per ben tre ore filate per poter estrarre l’intero nido senza causare la morte delle api. Alessia e la zia, infatti, non volevano assolutamente uccidere nemmeno un esemplare. La determinazione e la competenza dell’esperto hanno reso possibile tutto questo, anche se non senza una ventina di punture dolorose e fatica.
Lo zoofilo ha aspirato tutte le api e le ha inserite in una speciale arnia per poi trasportarle al Rifugio del Lupo.
Le api avevano scelto con cura il loro rifugio al riparo dal caldo e dai predatori, ma anche adesso potranno continuare a vivere al sicuro lontano dalle mura domestiche dove di certo rappresentavano un pericolo.
In un primo momento le due donne si erano rivolte ad alcuni apicoltori con l’obiettivo di rimuovere il nido e le api senza causare loro danni permanenti. Gli apicoltori però non furono in grado di riuscire in questo arduo compito.
Nidi da record, pericoli e suggerimenti
L’impresa di estrazione non può di certo definirsi semplice. L’esperto ha infatti spiegato in un’intervista che le api sono molto aggressive nel difendere la propria prole e il proprio nido. Non è infatti raro che un estrattore di api come Lunerti prenda almeno 15 – 20 punture dalle api che lottano con tutte le loro forze per difendersi.
La loro unica arma di difesa è il pungiglione con il quale sferrano l’attacco e iniettano veleno sulla pelle del malcapitato. La puntura successivamente rilascia nell’aria una sostanza che viene vista come un richiamo d’allarme per tutta la colonia che si coalizza e punta verso l’obiettivo.
Ecco perché gli esperti consigliano sempre di rimuovere immediatamente il pungiglione e di allontanarsi dalle vicinanze dell’alveare anche dopo la puntura, per non rischiare di essere attaccati dall’intero sciame.
Non è la prima volta che a Roma venga rimosso un nido da record. Già poco tempo fa lo stesso Andrea Lunerti aveva rimosso in zona Casal Palocco un nido di calabroni di 13 piani. Anche in quel caso il lavoro di rimozione è stato tutt’altro che una passeggiata. Il nido di calabroni fu poi messo a disposizione per studi di tipo didattico.