Purtroppo Londra e l’Inghilterra non sono più le mete cool di una volta: questo è il giudizio spietato della nuova guida Lonely Planet sulla Gran Bretagna. Non esiste più la swinging London degli anni Sessanta, quando la capitale britannica sembrava l’ombelico del mondo e il Regno Unito pullulava di una scena artistica e musicale da far invidia a tutti gli altri paesi.
E non esiste più neanche la Londra di Tony Blair e dei suoi quartieri trendy, come Notting Hill, diventato celebre in tutto il mondo per il film con Julia Roberts e Hugh Grant, o Brick Lane, teatro del libro della scrittrice Monica Ali, mezza bengalese e mezza inglese, e simbolo della multiculturalità londinese.
Ma soprattutto gli autori hanno bocciato il fatto che l’Inghilterra sia “troppo cara, troppo affollata, con una reputazione troppo buona“, piena di ristoranti e hotel troppo costosi, con una scarsa qualità del cibo e un’industria turistica che “non serve il consumatore”.
Ad esempio, il meraviglioso sito megalitico di Stonehenge è rovinato dai troppi visitatori, che arrivano e partono su decine e decine di bus al giorno, causando un rumore assordante e fastidioso. La località balneare di Blackpool, con i suoi 16 milioni di visitatori all’anno, appare “volgare, kitsch e invasa di fish and chips”. Anche Dover, nonostante le sue bianche scogliere immortalate da poeti e da cantanti, è irrimediabilmente bocciata, così come il castello di Warwick, che ha “code così lunghe da somigliare a un assedio medievale”.
Londra non fa eccezione. La capitale britannica, una delle mete turistiche più visitate del mondo, pecca per l’alto costo dei trasporti pubblici, per ristoranti e alberghi più cari rispetto agli altri paesi europei, e anche per i biglietti di spettacoli e concerti che sono ormai arrivati a prezzi esagerati. La guida, tuttavia, non boccia del tutto Londra, perché alla fine ammette che “resta una città fantastica“, soprattutto per i molti musei londinesi gratuiti.
Gli unici commenti positivi se li aggiudicano Edimburgo, “una delle città più affascinanti della terra”, e Manchester, “veramente speciale”. Il giudizio complessivo che rimane è negativo: la Gran Bretagna non è un posto a buon mercato, ma soprattutto è un paese dipendente dai fast food, ossessionato dai tabloid scandalistici e con il problema del “binge drinking”, la sbornia veloce del fine settimana.
Basti pensare all’eco avuta dal matrimonio tra William e Kate: è vero che gli inglesi sono molto attaccati alla corona, è vero che lui sarà probabilmente il prossimo re, è vero che c’è un bisogno disperato di una nuova Lady Diana, ma non vi è sembrato tutto troppo esagerato? Speriamo solo che le critiche della Lonely Planet riescano a risvegliare il popolo di Albione: le Olimpiadi di Londra 2012 si avvicinano inesorabilmente.
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