La storia di un piccolo borgo italiano che, anche solo per un giorno, fu l’artefice del destino dell’Italia.
La storia di un borgo della Penisola che racchiude un fatto di straordinaria importanza dal punto di vista storico. Da qualche anno è entrato a fare parte dei Borghi più belli d’Italia grazie alle bellezze del paesaggio che offre e alla storia che racconta.
L’anno di interesse è il 1943. Un momento storico non facile per il mondo che si trovava coinvolto nel secondo grande conflitto mondiale. Ed è proprio in questo anno che il piccolo borgo di Crecchio, un paesino in provincia di Chieti, nel cuore dell’Abruzzo, è attore indiscusso di un importante episodio.
L’ Abruzzo è una regione che è stata spesso teatro di momenti e movimenti politici che hanno visto l’Italia al centro dell’attenzione. L’autore che, più, ha incarnato il sentimento patriottico è certamente stato Gabriele D’Annunzio.
In questi anni la dittatura fascista stava, oramai, vivendo i suoi ultimi momenti e con lei la monarchia sabauda che aveva trovato aiuto proprio nel fascismo. I reali, oramai privi della protezione fascista si erano visti costretti ad allontanarsi dall’Italia.
La fine di un’era
E, poco prima di essere catturati, Vittorio Emanuele III riuscì a scappare. Durante la fuga dovette fermarsi per passare la notte e fu proprio in questo piccolo borgo abruzzese, Crocchio. Fu il Duca De Riseis che li ospitò presso il suo castello un tempo fortezza difensiva, divenuto, poi, residenza personale della famiglia.
Nel 1789 venne costruita l’ala occidentale. Il camminamento al secondo piano fu coperto a tetto e trasformato nelle residenze per la servitù. Alla sommità della torre piantarono un ulivo in segno di riconciliazione con gli abitanti del borgo. Da allora è conosciuta come “torre dell’ulivo”.
Nel cortile e nel parco del castello fino al 1943 si trovavano diversi reperti archeologici tardo – romani e busti in marmo pregiato, oggi perduti. Ed è in questo borgo abruzzese che il Re, insieme al suo seguito, decise di nascondersi per scampare alla cattura scappando via mare.
La monarchia, oramai, stava vivendo la sua fine e il piccolo borgo abruzzese fu testimone di uno dei momenti più importanti del Paese che si stava sempre di più avvicinando alla creazione di una Repubblica. Il 9 settembre 1943 i reali fuggirono da Roma.
Il Castello trasformato in Museo
Sua maestà Vittorio Emanuele III, la Regina Elena, il Principe Umberto, Badoglio e tutto lo Stato Maggiore si fermarono ospitati da Duca nel suo castello. La Duchessa Gaetana De Riseis fece un ultimo tentativo per convincere il Re a far ritorno a Roma, ma inutilmente.
Verso la fine dello stesso anno il castello venne bombardato. La Soprintendenza per B.A.A.A.S. DELL’ABRUZZO negli anni ’70 lo riportò agli antichi splendori trasformandolo nel Museo dell’Abruzzo Bizantino ed Altomedievale.