Lampreda, da dove viene l’inquietante animale preistorico commestibile

La lampreda è l’animale più antico del pianeta. La sua esistenza, però, sembrerebbe essere appesa a un filo: dalle tavole dei re al rischio estinzione, infatti, il passo è breve.  

Lampreda
Lampreda – viaggi.nanopress.it

La lampreda può essere considerata a tutti gli effetti un vero e proprio fossile vivente. Se vi state chiedendo il perché, il motivo è semplice: si tratta infatti del vertebrato più antico del pianeta, ancora più vecchio dei dinosauri.

Lampreda, un vero e proprio fossile vivente

La lampreda è un animale acquatico che risale a più di 500 milioni di anni fa, a tempi quindi preistorici. La sua particolarità, che la distingue da tutti gli altri pesci, sta nell’assenza di ossa e mascelle. Il suo apparato boccale è costituito come una ventosa: grazie ai suoi denti cornei molto affilati e alla lingua raspante riesce ad ancorarsi alle sue prede di cui diventa parassita o necrofago e di cui succhia appunto il sangue. Questa specie si attacca soprattutto ai pesci che spesso muoiono per la perdita di sangue o per le ferite. La saliva delle lamprede è caratterizzata da delle sostanze anestetizzanti capaci di azzerare la sensazione di dolore delle prede e di fermare la coagulazione del loro sangue.

Le lamprede vivono la maggior parte della loro vita tra la sabbia dei fondali, sin da quando sono larve. La metamorfosi in esemplare adulto avviene dopo circa 3-5 anni, quando la larva raggiunge i 15 cm di lunghezza e inizia a sviluppare la bocca e gli occhi e raggiunge la maturità sessuale. Una volta adulte, le lamprede smettono di mangiare, si riproducono e poi muoiono, completando così il loro ciclo vitale.

Lampreda
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Antiche credenze

Questo esemplare vive da tempo per lo più nelle acque di tutta Europa, dal Mediterraneo ai Paesi Scandinavi, dal Regno Unito alla Germania. Proprio qui, nell’Alto Medioevo, gli venne assegnato il nome di “nove occhi” o Neunauge. A quei tempi si pensava infatti che le sette aperture branchiali e la cavità nasale fossero ulteriori occhi. Nel 1750, invece, lo studioso svedese Carl von Linné ribattezzò l’esemplare con il nome di Petromyzontidae, una parola greca che vuol dire “succhia pietra”. L’evidente comportamento di attaccarsi alle prede era tuttavia noto anche ai romani, che chiamavano l’animale lampetra “lecca pietra”, nome dal quale derivano le denominazioni italiane (lampreda), francesi (lampoire) e inglesi (lamprey).

Lampreda, da sempre una prelibatezza unica

Questi animali così orribili esteticamente sembrerebbero però essere delle prelibatezze uniche. Già ai tempi dei romani erano molto note e la loro fama di leccornie fu tramandata durante il Medioevo e fino ai giorni nostri.

Nel 1550 il naturalizza svizzero Gesner, per esempio, definì la carne di lampreda come molto gradevole da mangiare, grazie al sanguinaccio denso che la rende ottima da gustare insieme a vino e spezie.

In posti come Spagna e Francia, ancora oggi i piatti a base di lampreda costituiscono le specialità della tradizione, mentre in Lettonia, Svezia e Finlandia appartengono al patrimonio culinario e fanno parte della cucina scandinava moderna. Non a caso alcuni Paesi del Nord Europa, come Carnikava, hanno come stemma proprio la lampreda.

Nella tradizione della monarchia britannica, infine, la lampreda rappresenta un elemento molto importante. Sin dal Medioevo l’usanza vuole che per il giorno dell’incoronazione del nuovo re o della nuova regina sia presente al banchetto reale la Lamprey Pie, la torta di Lampreda. Anche per l’incoronazione della regina Elisabetta II la prelibata torta fu presente. Carlo III, invece, sembrerebbe potersi perdere questa prelibatezza, visto che oggi la presenza delle lamprede nelle acque del Regno Unito è davvero limitata.

Lampreda
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Un animale a rischio estinzione

A causa dell’inquinamento, degli sbarramenti dei fiumi e della pesca illegale, questa specie antichissima è a rischio estinzione. Questo animale, infatti, come tutti i pesci migratori, è molto sensibile ai cambiamenti del proprio habitat. Basta la costruzione di una sola diga per rischiare di perdere un’intera popolazione di lamprede.

La Convenzione di Berna ha per questo dichiarato la lampreda come uno degli esemplari presenti nella lista della fauna protetta. Inoltre, è considerata “in pericolo critico” di estinzione anche dalla Commissione Italiana della IUCN. Per salvaguardare la specie, infine, in Paesi come la Francia e i Paesi Bassi la pesca di questo animale è vietata.

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