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Italia

La torre più bella d’Italia con un immenso giardino verde: si trova in questa città

Uno dei monumenti più belli e iconici, la torre più bella d’Italia. Salire sulla sua cima è un’esperienza unica e indimenticabile.

Torre Guinigi, Lucca- viaggi.nanopress.it

La sua presenza, con i lecci che crescono sulla sommità, è un simbolo di ricchezza e potere di una delle antiche famiglie della città.

Una torre alta 45 metri, con ben 7 lecci che si innalzano sulla sua cima, è un monumento importantissimo che vale la pena visitare.

La storia

Prima di parlarvi di questa importante torre e della sua bellezza, vediamo insieme la regalità e la storia della famiglia che la fece costruire.

La città di Lucca, nei primi anni del Trecento, era decorata da numerosi campanili e da più di 250 torri e le due famiglie più importanti dell’epoca erano i Guinigi e i Forteguerri.

I primi avevano molti possedimenti, come alcune torri, palazzi e residenze estive nelle campagne della città e vinsero in uno scontro armato con i Forteguerri, nel 1392. Questi ultimi persero così il loro potere su Lucca insieme ai loro possedimenti.

Dal 1400 fino al 1430, quando venne restaurata la repubblica, Paolo Guinigi fu signore della città toscana.

Paolo si sposò prima con Maria Caterina, della famiglia degli Antelminelli, e, dopo la morte di quest’ultima, si legò a Ilaria del Carretto, dalla quale ebbe due figli, Ladislao e Ilaria minor.

Vista sulla Torre Guinigi, Lucca – viaggi.nanopress.it

Alla morte della sua seconda moglie, a seguito del parto, fece costruire il celebre sarcofago di Jacopo della Guercia, nella Cattedrale di San Martino, a Lucca.

Paolo Guinigi ebbe poi altre due mogli, Piacentina da Verano, da cui ebbe quattro figli, e Jacopa Trinci, da cui ebbe una figlia.

I fiorentini, nel 1429, attaccarono la città di Lucca e solo grazie a Francesco Scorza, non cadde nelle mani di Firenze. Successivamente, però, Paolo Guinigi venne rimosso dal potere e nacque nuovamente la repubblica.

Nel 1432, morì in prigione e tutti i suoi beni di famiglia vennero confiscati e poi dispersi. L’unica cosa che si salvò, fu il sarcofago della sua seconda moglie.

La torre più bella d’Italia

La Torre Guinigi, la torre dalla cima alberata, è la torre più bella d’Italia e venne costruita nel 1384, dalla famiglia di Lucca che in quel momento era ancora al potere.

Nata sia per far risaltare la potenza e la signoria della famiglia Guinigi, e sia per scopo difensivo, è una delle torri più belle e affascinanti d’Italia.

La Torre Guinigi è una delle attrazioni più famose di Lucca, poiché regala una vista panoramica splendida sulla città e i suoi dintorni.

La salita verso la cima della torre è un’esperienza unica e memorabile, soprattutto per chi ama le escursioni. La scalinata in pietra è abbastanza ripida (ben 230 gradini) e si fa fatica a raggiungere la cima, ma la vista spettacolare vale ogni sforzo.

Ciò che rende questa torre unica è la presenza di sette lecci che crescono sulla sua sommità, creando un meraviglioso giardino pensile.  I rami degli alberi si estendono verso l’esterno, creando una sorta di giardino sospeso che offre riparo dal sole e dal caldo estivo. Questi alberi sono diventati un simbolo di Lucca e uno dei monumenti più fotografati della città.

La Torre Guinigi è aperta al pubblico e può essere visitata durante tutto l’anno. Dalla sommità della torre si possono ammirare le meraviglie della città, come la cattedrale di San Martino, le mura della città e la piazza dell’Anfiteatro.

Giardino sospeso sulla Torre Guinigi – viaggi.nanopress.it

Nelle pareti interne possiamo trovare diversi quadri raffiguranti scene di età medievale.

La leggenda

Alla Torre Guinigi è legata una leggenda in particolare, in merito all’amore tra Paolo e la moglie Ilaria del Carretto, che morì dopo aver partorito il secondo figlio.

Si racconta che lo spirito della giovanissima donna, aspetti di rincontrare il marito, sotto l’ombra di un leccio piantato da Paolo, insieme al suo fedele cane.

Il leccio in questione, il più alto di tutti, la leggenda ci racconta che perse tutte le sue foglie, dopo la morte del celebre Paolo Guinigi.

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