Siamo abituati ad ammirare il lato luminoso della luna, un pianeta che però ha anche il suo “lato oscuro”.
La luna, oltre la faccia luminosa che ci mostra durante la notte, ha anche quella nascosta. Quella parte non è visibile dal nostro pianeta perché, sia la luna che la terra, ruotano in maniera sincrona. La luna, cioè, gira su se stessa nello stesso tempo che impiega a completare il giro intorno alla terra.
Ed è per questo che a noi mostra sempre lo stesso lato, che rimane ancora un mistero. Anche se nel 1959, grazie al passaggio della sonda sovietica Luna 3 e all’allunaggio statunitense Apollo 8 si è riusciti a vedere anche quel lato.
Nel gennaio del 2019 la missione cinese Chang’e 4 è riuscita a toccare il suolo e a mandare, così, informazioni sulla sua struttura e sulle sue caratteristiche. La rivista pubblicato sulla rivista Science Robotics ha poi pubblicato le osservazioni dei responsabili della missione.
Ha riportato, in particolare, i dati sulla composizione del suolo lunare. Da questi dati oggi si sa che la parte nascosta della luna è diversa rispetto a quella che noi vediamo. Presenta sulla superficie molti crateri e meno mari lunari.
Questo perché è meno protetta dall’impatto con altri corpi spaziali soprattutto meteoriti. L’obiettivo della missione cinese è stato proprio quello di cercare di studiare la superficie e la sotto-superficie lunare.
La sonda ha permesso al mondo, grazie ad una telecamera, di vedere il lato oscuro della luna. Le 80 fotografie che riportano il sito dell’allunaggio hanno mostrato il suolo lunare. Inoltre ha realizzato un video della manovra rielaborando più di 4700 fotografie scattate dalla telecamera.
Nel corso del 2020 ha mostrato che nella parte nascosta ci sono diversi strati geologici coperti da una polvere grigia molto sottile conosciuta come regolite. Questa parte ha subìto, nel corso di diversi miliardi di anni, diversi impatti con alcuni asteroidi.
Sonda lunare-viaggi.nanopress.itLe osservazioni riportate riguardano la sotto-superficie della luna che arriva ad una profondità di 40 metri. Risultati che confermano quanto la faccia nascosta della luna sia profondamente diversa da quella che noi vediamo e che è più conosciuta.
Si è poi arrivati a comprendere che è anche molto più antica in termini geologici rispetto alla parte visibile. Questo perché l’attività vulcanica si è interrotta molto prima. Inoltre, il suolo lunare, composto dalla regolite, è stato esposto alle intemperie spaziali.
Ed ha assorbito ” ripetutamente gli impatti dei micrometeoriti”. La conseguenza di questi impatti è la polverizzazione e la fusione della regolite in particelle molto sottili, che si raggrumano “in globi vetrosi più grandi di forma irregolare”.
Un’altra interessante scoperta riguarda un’altra foto scattata da molto lontano. Quello che, a prima vista, poteva sembrare un oggetto alieno è in realtà “una roccia la cui forma ricorda quella di un coniglio che mangia delle carote”.
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