Si chiama Narrow House e viene considerata come la casa più stretta del mondo. Ti incuriosisce sapere dove si trova e come è fatta? Continua a leggere.
La casa più stretta del mondo è irriverente e molto ironica ed è stata ideata dall’artista Erwin Wurm, diventato famoso al grande pubblico negli anni Ottanta.
Sapevi che nel mondo esiste una casa che viene considerata come la più stretta di tutto il globo? Ebbene, essa esiste ma non è una casa abitabile. Piuttosto è una vera e propria opera d’arte che è stata firmata dall’artista Erwin Wurm. Condita da una grande ironia ed irriverenza, la Narrow House, questo il suo nome, incarna il continuo rapporto che l’artista ha con gli oggetti che diventano un modo per poter dare voce ai disincanti e alle crisi di identità di cui è vittima tutto l’Occidente.
L’artista austriaco si è rivelato con opere che incarnano il suo spirito libero, sul finire degli anni Ottanta ma la sua prima mostra completa in Italia risale soltanto al 2023. Il fil rouge delle sue opere è costituito dal rapporto dell’uomo con gli oggetti e un obiettivo: quello di permettere a chi guarda di poter osservare il mondo con occhi diversi.
Tra le sue opere celebri, oltre la casa più stretta del mondo, spicca la Fat Car del 2001 ovvero una macchina molto ingombrante che, però, appare al tempo stesso leggera. Parallelamente, c’è anche la Fat House (del 2017) realizzata con caratteri antropomorfi.
Il paese che ospita la casa più stretta del mondo è la Normandia. Le sue dimensioni sono 7×1,3×16 metri. La sua architettura si ispira alle case di periferia della zona degli anni Sessanta. La casa è stata realizzata in diverse copie che girano il mondo ma soltanto una può essere vista in modo permanente. Essa, infatti, è collocata nella piazza Claude Érignac a Le Havre proprio in Normandia.
In realtà, la casa è anche una rilettura dell’abitazione dei genitori di Wurm. Naturalmente, la casa non può essere abitata e quando si cammina dentro ci si sente disorientati. Sono soprattutto gli arredi schiacciati che spingono lo spettatore ai confini della realtà. La claustrofobia è all’ordine del giorno in una casa del genere tanto da spingersi verso la porta d’uscita. Chi ci può abitare? Lo si scopre soltanto attraverso alcune fotografie che restituiscono una specie del loro profilo.
Con questa casa Wurm offre allo spettatore una sua visione tra lo spazio in cui si abita e la libertà del singolo. Una sorta di metafora: la casa è la mentalità ristretta che si diffuse nel dopoguerra. Le mura delle proprie abitazioni condizionano ed ingabbiano la libertà vera dell’individuo che, per forza di cose, non può realizzare pienamente la sua natura.
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