Quanti archeologi, provenienti da tutto il mondo, si sono precipitati sul santuario ritrovato per effettuare gli scavi.
Tanti sono gli archeologi che sono giunti a San Casciano dei Bagni, Siena, per prendere parte alla sessione di scambi, relativi a un santuario ritrovato sul posto. Partita, dunque, la campagna di quattro mesi con tanti ricercatori e studenti che sono, per l’appunto, molto contenti ed entusiasti di cominciare questa nuova esperienza. Scopriamo, dunque, insieme l’importanza di questo santuario che è stato ritrovato di recente.
Il santuario ritrovato a Siena: tanti archeologi sul posto
A San Casciano dei Bagni, a Siena, è stato ritrovato un nuovo Santuario che ha catalizzato l’attenzione di tanti archeologi, provenienti da diverse parti del mondo, i quali saranno impegnati, insieme agli studenti, in una campagna di quattro mesi che, in sostanza, ha come obiettivo principale quello di portare alla luce tutti i segreti di questo sito archeologico.
Come spiegato Emanuele Mariotti, direttore dello scavo, c’è molta ansia di partire di cominciare ad esplorare questo sito archeologico che, nei fatti, richiederà un lavoro che durerà circa quattro mesi.
L’uomo, note, sottolinea che, ai lavori, prenderanno parte 90 studenti e dottorandi, i quali, dunque, faranno parte del progetto che si svilupperà all’interno del cantiere.
Come sarà strutturato il progetto
Come spiegato dal direttore, i lavori saranno attuati attraverso delle soluzioni tecniche che saranno utili per poter scavare in tale sito, senza deturparlo, concentrandosi, nello specifico, sulle aree esterne.
Ciò permetterà ai ricercatori e gli archeologi, nonché agli studenti e ai dottorandi presenti sul posto, di entrare nel vivo della storia di questo luogo, che ha attraversato – nei fatti – diverse epoche, da quella etrusca a quella romana, fino poi ad arrivare al Medioevo e al periodo post medievale.
Per questo motivo, dunque, Mariotti sottolinea che, grazie all’aiuto fondamentale baldo dei collaboratori, ci sarà bisogno di organizzare il lavoro attraverso anche la costruzione di laboratori di ceramica, di documentazione di fotogrammetria ma anche di rilievo ed indagini geofisiche, che saranno utili per portare avanti, nei fatti, la campagna di scavo che avrà appunto una durata di circa 120 giorni.
“Siamo molto ansiosi di cominciare“, ha riferito Mariotti, il quale ha aggiunto che, alla fine, “il cantiere sarà molto stimolante“.
Posizione, d’altronde, sostenuta anche dal direttore scientifico del progetto professore all’Università per stranieri, Jacopo Tabolli, il quale ha sottolineato che l’entusiasmo è collegato, in sostanza, al fatto che sta per prendere vita anche prendere vita anche “dell’hub universitario di ricerca internazionale previsto dall’accordo di valorizzazione e cominciamo quest’estate a ospitare i primi ‘visiting research fellows’ dell’Università per stranieri che arrivano da tutto il mondo per studiare il Bagno Grande“.