Con l’arrivo del caldo e della bella stagione torna purtroppo anche l’emergenza cavallette. Una vera e propria invasione contrastata con metodi innovativi.
Quello delle cavallette è un problema che si ripresenta purtroppo un anno dopo l’altro. In alcune zone del nostro Paese, soprattutto, la situazione diventa devastante per le colture. Nel momento in cui le giovani cavallette emergono da sottosuolo, a milioni, hanno infatti una fame insaziabile che deve essere soddisfatta per poter poi dare origine alla generazione successiva.
Una generazione successiva che nel momento in cui si dovessero ripresentare le stesse condizioni climatiche favorevoli innesca una nuova invasione. La regione da cui al momento arrivano il maggior numero di segnalazioni è anche stavolta la Sardegna. La regione però sta cercando di correre ai ripari. Ecco come viene affrontata la sfida.
Altro che piaga biblica, le cavallette sono qui
Una delle sette piaghe d’Egitto, raccontate nell’Antico Testamento, è una invasione di cavallette. Togliendo l’aspetto religioso, è evidente come da sempre in alcuni periodi della storia questi insetti così voraci trovino condizioni estremamente favorevoli e quindi si riproducano e poi nascano a milioni. Milioni affamati in cerca di piante.
In Sardegna ci sono registrate oltre 600 segnalazioni e sono stati finora portati a termine oltre 300 interventi di disinfestazione. Ed è proprio sul processo di disinfestazione che ci vogliamo concentrare. Nella zona della Valle del Tirso, l’area da dove arriva la maggior parte delle segnalazioni, viene infatti impiegato un prodotto biologico. A riportarlo i colleghi di L’Unione Sarda. Questo prodotto biologico è un derivato di una fermentazione fungina, viene spiegato dall’Unione Sarda. E non è l’unica arma che Laore, Agenzia per l’attuazione dei programmi regionali in campo agricolo e sviluppo rurale, ha a sua disposizione. Si attende infatti il semaforo verde per un altro prodotto sviluppato e distribuito in collaborazione con la FAO.
L’importanza della collaborazione dei cittadini
Come per la prevenzione dei danni portati dagli incendi, anche nel caso delle cavallette è importante che tutti facciano la propria parte. Ed è per questo che come ricordato da Marcello Onorato, coordinatore di Laore per questo genere di interventi, è quindi importante anche “rimarcare che il successo nella lotta contro le cavallette dipende dal contributo di tutti“.
E per tutti Onorato intende anche “imprese e cittadini” che svolgono un ruolo importantissimo nelle segnalazioni degli eventuali focolai che potrebbero sfuggire. Anche perché, ed è opportuno ricordarlo, proprio questo mese di maggio è quello più critico per evitare che le cavallette distruggano i raccolti della regione. Nel mese di maggio, quando la temperatura sale per un numero sufficiente di ore, dal terreno emergono i giovani esemplari che, saltando o volando, si spostano alla ricerca del cibo.
Ma per l’agricoltura maggio è anche un mese importante per la produzione. Difendere le colture dalle cavallette di quest’anno, cercando di ridurne la popolazione quanto più possibile, è anche un modo per salvaguardare la produzione dell’anno prossimo. La regione combatte da almeno quattro anni con le cavallette e in passato, tra gli altri aiuti che sono stati chiesti, anche quelli di alcuni coleotteri importati dal Lazio che sono in natura antagonisti naturali proprio delle cavallette.