Se sei in vacanza a Torino e pensi le attrazioni siano finite ecco alcuni luoghi che sono gratuiti e, spesso, anche sempre aperti.
Torino è una delle città esteticamente più belle del nostro Paese. Diversa da ciò che si può trovare a Roma o anche a Firenze, la città della Mole ha una sua eleganza quasi regale nei vialoni su cui si affacciano grandi palazzi di fine Ottocento, con piazze e porticati in cui sembra essere tornati alla Belle Èpoque. La maggior parte delle attrazioni di questa città, come delle altre grandi città d’Italia e del mondo, è ovviamente a pagamento. Ma ci sono alcune piccole esperienze che puoi fare anche gratis. Vediamone alcune.
La collina di Superga che sovrasta Torino è un luogo diventato tristemente famoso perché qui si è schiantato l’aereo che il 4 maggio 1949 riportava a casa Il Grande Torino. Oltre però ad un omaggio obbligatorio ai grandi campioni scomparsi prima del tempo, puoi visitare la piccola basilica con cupola di Filippo Juvarra.
Per raggiungere la cima della collina si può salire con la propria auto, utilizzare la tramvia che collega la stazione di Borgo Sassi alla cima oppure, se vuoi qualcosa da ricordare, salire a piedi. La pendenza non è proibitiva ma per salire da Torino in cima alla collina il percorso dura circa un’ora e mezza. Ricorda che se vuoi entrare nella basilica gli orari sono dalle 9:30 alle 13 e poi dalle 14:30 alle 18 in estate mentre in inverno, tra novembre e marzo, la chiusura serale è anticipata alle 17.
Lungo il Po, in mezzo a Torino c’è un grande e scenografico parco pubblico. All’interno di questo parco pubblico c’è però una costruzione che sembra totalmente fuori tempo più che fuori luogo: il castello del Valentino. Non lasciarti trarre in inganno dalle costruzioni che sembrano uscite fuori da un libro di storia delle scuole medie: niente di quello che vedi è infatti veramente medievale.
La costruzione del castello del Valentino risale alla fine del diciannovesimo secolo, quando la città ospitò la sua esposizione generale. Interessante l’aneddoto che riguarda la demolizione (mai avvenuta) del castello. Trattandosi di una struttura che sarebbe dovuta servire solo e soltanto nel periodo dell’esposizione, l’idea era quella poi di demolire tutto e di far sparire il castello. Niente però fu spostato e anzi fu aggiunto un museo nelle sale del palazzo.
Torino in parte somiglia un po’ a Milano ma in parte somiglia a Parigi. Soprattutto se si vanno a guardare le gallerie coperte. La città della Mole antonelliana ne ospita tre, custodite in alcuni anfratti che ovviamente vanno conosciuti. Galleria San Federico per esempio si trova vicino Piazza San Carlo mentre Galleria Subalpina si trova poco più avanti, a Piazza Castello. Spostandosi verso Porta Palazzo si incontra infine Galleria Umberto I.
All’interno, come in una macchina del tempo, le facciate dei negozi hanno cambiato insegna ma nessuno ha toccato l’architettura di queste gallerie, che hanno spesso al centro tavolini, isole di piante e fiori e il tutto è inondato dalla luce soffusa che passa attraverso le gigantesche vetrate che fanno da chiusura al soffitto.
La storia di Torino è una storia che lega la città alle molte industrie e fabbriche che nei suoi dintorni sono state aperte. Nell’Ottocento a Collegno, alle porte di Torino, sorgeva un importante cotonificio gestito da una famiglia di imprenditori svizzeri, la famiglia Leumann. Per accomodare i suoi operai il più vicino possibile al cotonificio, in modo che potessero poi avere anche una propria vita, fu fatto costruire un intero piccolo quartiere.
Ma riuscire a definire il villaggio Leumann un quartiere di edilizia popolare è veramente complicato: le costruzioni infatti sono state curate nei minimi dettagli con uno stile liberty che di certo non si vede più e soprattutto difficilmente si è visto applicato all’edilizia a basso costo. Per raggiungere villaggio Leumann puoi prendere l’autobus che ferma su Corso Francia.
Palazzo Trucchi di Levaldigi è una costruzione che si trova su Via XX Settembre. Un palazzo costruito per volere del Ministro delle finanze del regno Giovanni Battista Trucchi Conte di Levaldigi sul finire del diciassettesimo secolo. L’interno del palazzo adesso non è particolarmente affascinante ma nessuno ha voglia in realtà di entrarci. Perché quello che entusiasma è il portone. Detto il portone del diavolo.
Fatto arrivare dalla Francia nel 1675, questo portone è diventato oggetto di esame approfondito da tutti gli amanti delle storie di paura. Il batacchio rappresenta infatti la faccia di un demonio dalla cui bocca escono due serpenti che si intrecciano a formare il batacchio vero e proprio. Per chi vuole un brivido questo palazzo, che ha una storia tutta particolare legata al numero 15, sembra essere stato teatro di un omicidio che ancora aspetta di essere risolto.
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