Questa città esagonale unica nel suo genere è un perfetto esempio della resilienza di un popolo che ha deciso di andare avanti nonostante le difficoltà. Si trova in questa regione e questa è la sua storia.
Esiste un posto in Sicilia che rappresenta uno dei rarissimi esempi di architettura razionale in Italia.
Questo posto si chiama Grammichele, un paese di poco meno di 15 mila abitanti situato in provincia di Catania nel cuore dei Monti Iblei, a poca distanza da Caltagirone e dalle altre cittadine del Val di Noto.
Grammichele è conosciuto in ogni dove per la sua caratteristica e magnifica pianta a forma esagonale. Vista dall’alto la cittadina si mostra infatti in tutto lo splendore della sua perfetta geometria simile a una ragnatela creata ad arte da un meticoloso artista.
La storia di questa particolare pianta esagonale è strettamente connessa a una data storica: 11 gennaio 1693. Questo giorno infatti ha segnato per sempre la Sicilia sud orientale e in particolare le località del Val di Noto.
In questa data un terribile terremoto ha distrutto molte città spezzando le vite di migliaia di persone, come quelle che vivevano nel piccolo borgo medievale di Occhiolà.
Grammichele, la città esagonale che sorge dalle macerie a tre mesi dal terremoto
La forza e la resilienza del popolo siciliano però non si lasciò abbattere dal terribile cataclisma. Così, pochi mesi dopo il catastrofico terremoto, in molti si misero al lavoro per far risorgere dalle macerie i paesi spazzati via dal sisma.
Tra tutti c’è anche Occhiolà che, grazie al volere del Principe Carlo Maria Carafa, venne completamente ricostruito un paio di chilometri più a sud rispetto alla sua posizione originaria.
A realizzare concretamente la volontà del Principe ci pensò l’architetto Michele da Ferla, il quale progettò la nuova città seguendo delle idee decisamente rivoluzionarie per quei tempi.
La nuova Occhiolà, che prese poi il nome di Grammichele, avrebbe avuto una pianta esagonale e sarebbe sorta subito per dare nuovamente una casa e una dignità a quei pochi cittadini sopravvissuti al terremoto.
L’attuale Grammichele quindi venne fuori da un progetto di architettura razionale che avrebbe dovuto rappresentare una specie di città antisismica e ideale del Settecento, capace di resistere agli eventi sismici.
L’urbanistica della nuova città antisismica
Ora come allora, l’impianto urbano della città si snoda a partire da una grande piazza esagonale. Da ogni lato dell’esagono scorrono sei grandi vie principali larghe ben dieci metri, interrotte solo da altre piazze più piccole che dovevano essere utilizzati come punti di raccolta in caso di emergenza.
La piazza esagonale di Grammichele (di oltre 8 mila metri quadrati) e la pianta anch’essa esagonale della città rendono questo abitato tra i più affascinanti e unici nel loro genere in Italia.
C’è da dire, però, che nel nostro Paese esiste anche un’altra realtà simile a questa. A Palmanova infatti è presente una pianta poligonale a stella e a nove punte. Anche la città di Avola, nel siracusano, ricostruita anch’essa dopo il terremoto, possiede una pianta esagonale, ma a differenza di Grammichele ha una piazza squadrata.
Grammichele oggi
Oggi la piazza di Grammichele è intitolata al Principe Carlo Maria Carafa che ha decisamente dato una speranza agli abitanti della vecchia Occhiolà. Purtroppo però questo benefattore non ha potuto ammirare con i propri occhi il risultato finale del progetto di ricostruzione. Morì infatti poco prima.
Proprio al Principe è dedicata poi anche una statua in bronzo. Sull’esagono si affacciano anche la Chiesa Madre di San Michele Arcangelo, il Palazzo Comunale e un grande orologio solare.
Al centro della piazza, infine, si trova anche un monumento in ferro battuto che rappresenta Sisifo avvolto in un globo e che sorregge lo gnomone di una meridiana che indica le ore, i solstizi, gli equinozi e lo zodiaco.
Occhiolà invece è oggi un sito archeologico importante per la storia di Grammichele. Custodisce ancora preziose testimonianze risalenti dall’età del bronzo fino all’anno del terremoto, il quale ha deciso di mettere un punto alla sua esistenza.