Gli scienziati hanno osservato un particolare molto preoccupante che riguarda i mari. Ecco di cosa si tratta.
Negli ultimi tempi uno dei temi che si sta affrontando in tutto il mondo è quello della salvaguardia dell’ambiente e la riduzione dell’inquinamento sia nell’aria che nei mari di tutta la terra.
Oltre che il grande problema della presenza di plastica nelle acqua dell’Oceano, anche il surriscaldamento globale sta provocando dei danni dovuti allo scioglimento dei ghiacciai in posti dove prima d’ora non era mai accaduto un evento del genere.
Il particolare preoccupante osservato nei mari in seguito allo scioglimento di alcune calotte glaciali
Gli scienziati, hanno osservato un particolare molto preoccupante che riguarda i mari e il loro innalzamento che è stato causato dal riscaldamento globale che se non viene mantenuto al di sotto di 1.8°C potrebbe causare un punto di non ritorno.
Nell‘Antartide occidentale, le calotte glaciali sono quasi del tutto scomparse, come anche in Groenlandia e un team di esperti hanno osservato come lo scioglimento dei ghiacciai in entrambi i poli potrebbe innalzare il livello dei mari.
Questo sta già accadendo e proprio per evitare ulteriori danni, gli esperti hanno dichiarato che il collasso si può evitare solamente se, l’equilibrio tra le sostanze nocive provocate dall’uomo e la loro rimozione nell’atmosfera venga raggiunto entro il 2060.
Se questo equilibrio non si raggiunge, le calotte glaciali si scioglieranno in modo molto rapido, e il livello del mare potrebbe salire fino a 100 cm in più rispetto ad oggi entro i prossimi 130 anni.
Le conseguenze che potrebbero accadere se non si interviene tempestivamente
Il livello globale del mare, già negli ultimi tempi è aumentato di circa 20 cm nel corso di un secolo. L’accelerazione di questo processo potrebbe portare un rischio ad una persona su dieci.
Questo perché sono tanti i villaggi che si sono insinuati lungo le rive delle acque di tutto il mondo e l’innalzamento potrebbe provocare dei veri e propri disagi fino ad avere un allagamento.
Per evitare il disastro, non sarà sufficiente limitare il riscaldamento globale di 2°C per far si che nei prossimi 130 anni il mare non si innalzi di 100 cm ma bisognerebbe anche mantenere una temperatura al di sotto di 1.5°C.
Per questo, non solo bisognerebbe garantire la temperatura al di sotto di 1.8°C, ma fare in modo, con un costante monitoraggio che questa rimanga stabile intorno agli 1.5°C e che non raggiunga questo livello.
La perdita delle calotte glaciali dell‘Antartide occidentale e della Groenlandia, nei prossimi 130 anni potrebbero causare un’innalzamento delle acque di circa 60-70 cm che potrebbero avere un grosso impatto su città importanti.
Tra queste, ci sono grandi metropoli come Il Cairo, New York, Shangai, Los Angeles, Buenos Aires e Londra, che si potrebbero ritrovare a dover affrontare un problema molto preoccupante.
Per questo, gli esperti consigliano di sviluppare modelli complessi che catturano i diversi comportamenti del clima con calotte glaciali, iceberg, oceani e atmosfere al fine di osservarli periodicamente ed evitare i processi fisici che potrebbero creare dei problemi legati al mare e al surriscaldamento globale.