È un territorio che deve la sua notorietà anche ai suoi numerosi vulcani. Il Guatemala conta ben 37 vulcani su un territorio estremamente ridotto, visto che l’estensione territoriale di questo Paese pari a un terzo di quello italiano. Eppure rappresentano grande parte di questa realtà così piena di fascino anche per la sua storia e la location nella quale è situata: tra Oceano Pacifico e Mar dei Caraibi.
La sua posizione è tale da renderla una miscellanea di diverse tradizioni, visto che è situata proprio nel punto in cui le due Americhe si toccano. Il suo territorio è di una ricchezza mai vista, custodendo in sé l’antica storia Maya della quale ancora ci sono tracce evidenti, i villaggi indigeni posti sul lago Atitlan e, immancabilmente le vette vulcaniche, tra le quali quella del vulcano Fuego. Un insieme di elementi che contribuiscono a regalare magia e fascino a questo territorio.
I vulcani mettono paura, soprattutto in un territorio sul quale a fronte di 22 attivi negli ultimi 10mila anni e una decina eruttati in epoca storica, ve ne sono ancora in attività: il Pacaya, il Santa María e il Volcán de Fuego. Ma a fronte di una situazione di pericolo oggettivo, i vulcani del Guatemala sono oggi non solo un tratto caratteristico del Paese, ma anche una vera e propria attrazione turistica che fa accorrere visitatori da tutto il mondo.
Il Pacaya è tra quelli più attivi, produce continue esplosioni e colate di lava periodiche che fuoriescono da fratture laterali, non mancando anche eruzioni più violente. Eppure è quello che può essere raggiunto più agevolmente, nonostante sia situato a 2.500 metri d’altezza, ed è anche quello più visitato dai turisti. La convivenza tra la popolazione locale e i vulcani rappresenta una cosa naturale vissuta con serenità, tanto è vero che a cinque chilometri di distanza dalla vetta del Pacaya sono situati una decina di villaggi. Eppure ancora nel 2010 si è reso protagonista di un’eruzione che gli esperti del Ingv hanno definito ‘più energetica’.
Il Santa Maria ha avuto un’eruzione nel 1902 che è stata considerata tra le più energetiche al mondo negli ultimi 300 anni, con una colonna eruttiva di 34 chilometri d’altezza e una caduta di ceneri fino a 4mila chilometri. Un episodio devastante nel quale sono morte cinquemila persone.
Il Fuego, con la sua forma conica e fianchi ripidi, si è reso protagonista dal 1524 a oggi di 50 eruzioni, sei delle quali sono state classificate con un Vei – indice di esplosività vulcanica – pari a 4 su una scala che va da 0 a 8. L’ultima risale al 1974, occasione nella quale la colonna eruttiva arrivò a venti metri di altezza, ma per fortuna in quel periodo la zona non era densamente abitata come lo è ora, quindi i danni furono principalmente per le colture.
Eppure vuoi la presenza dei vulcani che immancabilmente segnano il territorio, vuoi la posizione a ridosso dell’Oceano, vuoi la vegetazione, vuoi anche la presenza del lago Atitlan, anch’esso un specchio d’acqua che occupa una caldera vulcanica di 15 chilometri di diametro, il Guatemala resta un Paese affascinante e suggestivo da visitare e da scoprire.
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