Il borgo dei fiori torna ad incantare tutti: è pittoresco e ricco di colori. Ecco in quale regione si trova.
I borghi rappresentano una delle tante ricchezze del nostro Paese. Disseminati lungo tutto il territorio nazionale, sono in grado di produrre una vera e propria fascinazione nei visitatori, costringendoli non di rado a interrogarsi sul fatto che luoghi di grande rilievo troppo spesso siamo costretti a restare nell’ombra a causa della contemporanea presenza in Italia di una lunga teoria di monumenti e mete praticamente obbligate per il grande turismo di massa. Un destino che del resto tocca anche a Spello, un paesino incastonato tra le valli umbre, a pochi chilometri da Foligno.
Spello, il borgo dei fiori
Posizionato alle pendici del Monte Subasio, Spello affonda le sue radici nell’antichità. Basti pensare che già l’imperatore Augusto lo aveva ribattezzato la Splendidissima colonia Julia, colpito come è facile immaginare da un paesaggio meraviglioso.
Lo stesso paesaggio che gli ha consentito in epoca più recente di essere incluso nel novero dei borghi più belli d’Italia. Ma, in particolare, Spello è indicato praticamente da tutto come il villaggio dei fiori, una nomea assolutamente meritata alla luce dell’atmosfera magica resa possibile dalla presenza lungo le viuzze del paese di un gran numero degli stessi, contenuti all’interno di vasi in terracotta cui è affidato il compito di decorare porte, balconi e finestre.
Spello: kermesse ed eventi da non perdere
Una presenza dovuta in particolare ad una kermesse, “Finestre, balconi e vicoli fioriti”, che vede la partecipazione di tutti gli abitanti del borgo, pronti a misurarsi in una competizione grazie alla quale Spello si trasforma in un paesaggio incantato.
Ad essa, che dura una decade, si aggiunge poi una ulteriore manifestazione, del resto tipica di ogni borgo che si rispetti, l’Infiorata del Corpus Domini, la quale ha luogo ogni anno nel mese di giugno. In questa occasione le vie cittadine si trasformano in un vero e proprio arazzo floreale lungo circa un chilometro e mezzo, con la proposizione di scene relative alla natività o di dipinti celebri.
Proprio i fiori hanno consentito a Spello, Hispellum nell’antichità, di valorizzare al massimo i tanti resti d’epoca romana e longobarda. Dopo la caduta dell’impero, infatti, il borgo fu letteralmente distrutto dai Toti di Attila, deciso a tenere fede alla sua nomea di Flagello di Dio, per poi entrare a far parte del Ducato Longobardo della confinante Spoleto. Nel XII acquisì finalmente la sospirata indipendenza, che gli permise di vivere un’epoca di fervida attività artistica, nel corso della quale il paese si arricchì di veri e propri capolavori rinascimentali lasciati dal Pinturicchio, da Nicolò di Liberatore, detto l’Alunno, e dal Perugino.