Identificato per la 1° volta un reperto romano di 2000 anni fa: in ottime condizioni

Il mondo dell’archeologia non smette mai di stupirci. Un gruppo di ricercatori dell’Università di Cordoba ha identificato per la 1° volta un reperto romano di 2000 anni fa in uno stato perfetto di conservazione. Vediamo di cosa si tratta.

Identificato un reperto romano
Identificato un reperto romano – viaggi.nanopress.it

È incredibile pensare che ciò che oggi consideriamo antico, un tempo era parte della vita quotidiana delle persone. Vi parleremo di quale incredibile scoperta e cosa hanno trovato gli archeologi spagnoli nel comune di Carmona a Siviglia. Preparatevi ad immergervi nella storia e nella cultura romana attraverso questo straordinario ritrovamento.

Un gruppo di ricerca dell’Università di Cordoba ha fatto una scoperta archeologica unica nel suo genere. Durante la ristrutturazione di una struttura nel comune spagnolo di Carmona a Siviglia. Gli operai hanno trovato resti archeologici e hanno informato il municipio. Così è stato scoperto un mausoleo romano risalente a più di 2000 anni fa con otto nicchie perfettamente conservate.

Ciò che rende questo ritrovamento così speciale è il fatto che tutto ciò che si trova all’interno del mausoleo sembra non essere mai stato saccheggiato. Mantenendo intatta l’essenza della vita quotidiana dei Romani dell’epoca.

All’interno delle nicchie erano sepolti sei membri di una famiglia benestante insieme ad alcune offerte funerarie. Tra queste c’era anche un contenitore in quarzo accompagnato da pietre d’ambra appartenuto alla tomba di una donna sulla quarantina. Che ora sta attirando l’attenzione dei ricercatori per le sue caratteristiche particolari.

Questa incredibile scoperta permette agli studiosi e agli amanti dell’archeologia di conoscere meglio i dettagli della vita durante l’impero romano. Inoltre è di grande aiuto per comprendere meglio la cultura e lo stile di vita della popolazione romana oltre duemila anni fa. Ora cerchiamo di capire meglio cosa è stato identificato per la 1° volta.

Trovato in perfetto stato un reperto romano

Questa ricerca ha stupito davvero molti dei ricercatori. La particolarità dell’anfora consiste nella sua realizzazione attraverso la scultura del quarzo. Un materiale insolito, resistente e di grande durezza. In passato, gli unguenti venivano fabbricati in vetro e gli esperti ritengono che l’anfora fosse considerata un oggetto di grande pregio e valore.

Reperto romano di 2000 anni fa
Reperto romano di 2000 anni fa – viaggi.nanopress.it

Oltre alla sua unicità, ciò che ha reso eccezionale questo reperto è il suo perfetto modo con la quale era stato sigillato. Grazie al quale si sono conservati all’interno i residui solidi del profumo. Questa circostanza ha permesso di condurre lo studio in questione.

Il gruppo di ricerca FQM346 dell’Università di Cordoba, guidato dal Professor José Rafael Ruiz Arrebola, specializzato in Chimica Organica. Ha collaborato con il Comune di Carmona per condurre l’analisi chimica dei componenti di un profumo risalente al I secolo d.C.

Identificato per la 1° volta: ha più di 2000 anni

Gli esiti della ricerca sono diventati pubblici grazie alla rivista scientifica svizzera Heritage. L’autore del contributo è Juan Manuel Román, l’archeologo comunale di Carmona. Egli ha scritto un articolo in cui si sottolinea l’importanza dell’utilizzo di dolomite, una tipologia di carbonio, utilizzata come tappo, e del bitume che lo sigilla.

Un profumo romano Identificato per la 1° volta
Un profumo romano Identificato per la 1° volta – viaggi.nanopress.it

Utilizzando questa tecnica, è servita a per preservare lo stato magnifico dell’opera e il suo contenuto. Si precisa, inoltre, che questo è stato il fattore chiave per la sua conservazione.

Per scoprire i componenti del profumo, i ricercatori hanno utilizzato diverse tecniche strumentali come la diffrazione dei raggi X e la gascromatografia accoppiata alla spettrometria di massa.

I risultati hanno permesso di individuare due elementi, una base o legante che consentiva la conservazione degli aromi e l’essenza stessa. Entrambi coerenti con le descrizioni di Plinio il Vecchio. L’analisi ha suggerito che la base era un olio vegetale, che potrebbe essere stato l’olio d’oliva, ma questa ipotesi non può essere confermata.

Secondo l’Università di Cordoba, il profumo nell’aria di Roma aveva una nota predominante di patchouli. Sarebbe un olio essenziale estratto da una pianta indiana chiamata Pogostemon cablin, ancora poco conosciuto in epoca romana.

La tomba dove è stato trovato il profumo, insieme al prezioso vaso che lo contiene, lascia pensare che si tratti di un prodotto di grande valore.

Impostazioni privacy