Una delle attrazioni più iconiche della nostra bella capitale è Fontana di Trevi. Perché si chiama così lo sapete? Scopriamolo insieme.
Possiamo senza ombra di dubbio definirla una delle fonti d’acqua più celebri e visitate della nostea Roma. Una vera istituzione di origine antichissima, fortemente voluta in tutta la sua maestosità nientemeno che da Papa Clemente XII. Attorno a questo monumento aleggiano miti e leggende, come quello relativo al suo nome. Scopriamone qualcosa in più.
Fontana di Trevi, ecco l’origine del suo nome.
Tra le diverse e maestose fontane che troviamo nella nostra capitale, Fontana di Trevi decisamente è quella più celebre. Milioni di turisti si riversano qui ogni giorno per il celebre lancio della monetina. Una tradizione antica e di origine ancora oggi dibattuta. Pensate che con questo semplice gesto, si stima che ogni giorno vengano raccolti circa 3.000 euro.
Tradizioni e leggende
A portare l’acqua a questa fontana è il celebre acquedotto dell’Acqua Virgo o Acqua Vergine, ancora oggi operativo. Prende infatti le sue risorse da una zona ricca del fiume Aniene, passando per la via Collatina, la Nomentana e la Salaria e passando poi oggi per le zone di Parioli, Villa Ada, e Villa Borghese.
Oltre a servire la Fontana di Trevi, portava acqua anche alle Terme di Agrippa e a Trastevere. Un monumento questo attorno al quale ruotano miti e leggende. La prima è quella del lancio della monetina. Dando le spalle alla fontana, ad occhi chiusi, si deve tirare una moneta nell’acqua. Un rito propiziatori che servirà a riportare il viaggiatore a Roma in futuro. Negli anni ha però assunto anche un generico rito scaramantico di buon auspicio.
Una tradizione che pare derivi dallo studioso tedesco ed archeologo Wolfgang Helbig. Grande amante della capitale, inventò scherzosamente questo “rito magico”, per lui e i suoi amici tristi per la partenza dalla città. Altro rito è quello di bere l’acqua dalla fontanella al lato della fontana di Trevi. In passato si pensava che lo facessero le coppie in procinto di separarsi prima di partire per il servizio militare. Di buon auspicio si pensa, per rimanere insieme per sempre.