Un incontro che potrebbe essere pericoloso, se avviene in mare. C’è qualcosa da cui conviene stare alla larga. Di che si tratta?
In questo periodo di vacanze estive, chi ha la fortuna di poterlo fare si sta recando sempre più spesso al mare. In Italia siamo ricchi di bellissimi litorali e di acque che non hanno davvero nulla da invidiare a famose località in altre zone del pianeta. Per l’approccio alla vita da spiaggia però, anche quando parliamo di lidi incantevoli, la prudenza non è mai troppa. Bene stare sempre molto attenti, soprattutto a determinati incontri che potrebbero aver risvolti non proprio gradevoli.
Potrebbe essere pericoloso l’incontro in mare con questa specie
Sono diverse le specie da cui guardarci quando ci approcciamo alla vita da spiaggia. Oltre gli animali più temuti e che però fortunatamente raramente si affacciano sulle nostre coste, ci sono altre minacce.
La più temuta in assoluto lo sappiamo è la fastidiosa medusa. Il contatto con questo animale può portare a diverse sgradevoli conseguenze per la salute, non mortali, ma certamente molto dolorose. Eppure c’è un altro incontro in mare che potrebbe essere pericoloso.
Si chiamano pomodori di mare, o se preferite Actinaria. Degli esseri che vivono in mare. Dall’aspetto apparentemente innocuo. Le attinie appartengono alla famiglia dei Cnidari antozoi, della sottoclasse degli Esacoralli. Molto celebri sono ad esempio gli anemoni di mare.
Si trovano ad esempio nelle zone marine di tipo bentonico ed anche a diverse profondità e latitudini. Appartengono a questa specie più o meno 1200 polipi. I pomodori di mare sono noti anche come Actinia equinia, e si trovano nella zona nota come intertidale. Raggiungono abitualmente pochi metri di profondità.
Generalmente ci sarà capitato di notarli attaccati a rocce e scogliere. All’apparenza sembrano dei pomodori o anche delle prugne piuttosto mature. L’aspetto generale è infatti di tipo gelatinoso, che all’occorrenza possono modificare. Per esempio possono prendere l’aspetto di un fiore. Il motivo è perché sono dotati di tentacoli che possono allargarsi verso l’esterno.
Li chiudono solo quando devono uscire dall’acqua diventando delle palline.Eppure nonostante questo aspetto particolare, sono animali tutt’altro che innocui. Non dovreste mai toccarli se li incontrate, perché come diverse altre specie, sono in grado di emettere delle sostanze urticanti.
Le caratteristiche del pomodoro di mare
Occhio dunque, perché potreste riportare delle ustioni, anche piuttosto fastidiose. Naturalmente non sono volontariamente aggressivi. La sostanza che emettono è utile per la loro sopravvivenza e per procacciare il cibo. La utilizzano infatti per paralizzare la preda. Se però disturbati anche involontariamente, attivano questo meccanismo di difesa: non distinguono l’umano dalla preda.
Dunque bene stargli alla larga se li vedete in mare. Si spostano infatti velocemente lungo il fondale. Hanno diverse risorse. Innanzitutto alte capacità di resistenza a sbalzi repentini di temperatura ed idratazione. Sono dunque molto più resistenti delle meduse, che fuori dall’acqua difficilmente sopravvivono a lungo.
Questa caratteristica li rende una specie con grandi capacità di adattamento, ma anche con un ciclo vitale piuttosto lungo. Sebbene ancora oggi non sia stato deciso definitivamente dagli scienziati come avvenga la loro riproduzione.
Di cosa si nutrono? Principalmente di pesci di piccole dimensioni, molluschi, crostacei, piccole vittime che non hanno scampo davanti ai loro tentacoli. Le prede vengono istantaneamente paralizzate e catturate con grandissima velocità.
Una particolarità che hanno è però ancora più curiosa: sono commestibili. Se la cosa vi lascia sbalorditi niente paura, perché di certo non è un ingrediente molto gettonato nella cucina quotidiana, eppure è molto particolare. Viene cucinato opportunamente bollito e ben lavato, per eliminare i sassolini che può contenere. Se state pensando che possano essere velenosi, la risposta è no: le sostanze urticanti che emettono non rappresentano alcun problema per noi, sarà il nostro intestino tramite l’attivazione di determinati enzimi, a renderle innocue.
Come si consumano? Spesso accompagnati a verdure, o perché no fritti all’interno di un piatto di spaghetti. Sapete una ricetta molto praticata in alcune zone della Sardegna? Si chiama Orziadas e prevede l’impiego dei pomodori di mare come uno degli ingredienti principali. Alcuni consigliano l’impiego anche nelle zuppe di pesce, di quelle che utilizzano scarti di pesce povero e crostacei. In alcune zone viene utilizzata anche nelle zuppe col pane, e altri pesci di accompagnamento. Una sorta di rivisitazione della pappa col pomodoro, ma arricchita dal pesce e da questa particolare specie.