Uno squalo dalle dimensioni ragguardevoli è stato pizzicato a nuotare vicino la spiaggia. Tanto spavento ma non c’era pericolo: ecco perchè.
L’estate è un periodo dell’anno in cui molti hanno un rapporto ravvicinato con l’acqua. Complice anche un po’ di cinematografia, però, qualunque cosa vediamo muoversi sotto il pelo delle onde che sia più grande di una pallina da tennis produce un po’ di agitazione.
E del resto non dovremmo mai dimenticare che quando siamo al mare non siamo a casa nostra ma a casa di qualcun altro. Questo potrebbe essere già un sistema per evitare incontri spiacevoli. In altre occasioni, però, quella stessa consapevolezza di dove ci troviamo può evitarci spaventi inutili.
Uno squalo da un metro e mezzo a un passo dai bagnanti
Quello che chi si trovavano in spiaggia ha visto deve essere stata innanzitutto la pinna che emergeva dall’acqua. I film ci hanno insegnato che se qualcosa fende le onde in quel modo di solito, sotto, attaccato c’è un animale con almeno tre file di denti e, anche in questo caso, sotto la pinna c’era in effetti un esemplare di squalo.
Uno squalo dalle dimensioni anche piuttosto ragguardevoli e che, proprio per la situazione in cui è stato avvistato, deve avere spaventato più di qualcuno. Ma non ci sarebbe stato nessun pericolo, anche se ovviamente non è consigliabile avvicinarsi a nessuna creatura selvatica sopra e sotto l’acqua.
Lo squalo in questione infatti era una esemplare di verdesca. Le verdesche sono chiamate anche squali azzurri o squali blu e abitano il Mediterraneo da sempre. Come sottolineato da molti esperti, non c’è alcun pericolo per gli esseri umani. L’esemplare in questione è stato avvistato in provincia di Savona, nella zona di Bagni Umberto, la scorsa settimana.
Più delicati di quello che si pensa
Le verdesche o squali azzurri, come dicevamo, fanno parte della fauna marina mediterranea e non sono un problema per gli esseri umani. La situazione è semmai a parte invertite. Le verdesche infatti vengono spesso catturate in maniera illegale o accidentale. E sottolineiamo l’espressione catture illegali perché la pesca alla verdesca nel nostro Paese è vietata.
Si tratta però di animali che risultano molto curiosi e un po’ opportunisti: tante volte infatti, in mare aperto dove vivono, seguono le barche in attesa di vedere se può venirne qualcosa da mangiare oppure solo perché questi oggetti ingombranti che si muovono nelle loro aree di pesca si trovano lì.
Ma, di nuovo, l’attacco nei confronti di un essere umano è qualcosa di talmente tanto remoto che in tutto il mondo nel corso degli ultimi 600 anni si sono verificati solo 13 attacchi. E secondo uno studio, a differenza di quello che succede per esempio con lo squalo bianco che valuta e poi morde, le verdesche hanno il vizio invece di mordere e poi valutare: i rarissimi casi in cui un essere umano può essere morso da una verdesca, questo non è mai un attacco pensato per uccidere e mangiare, quanto un modo per capire se quello che sta ammollo nell’acqua è una possibile preda oppure no, di conseguenza di solito non ci sono danni gravi.