Non finisce mai di raccontarci il passato attraverso gli incredibili reperti che continua a regalarci. Una nuova sorprendente scoperta in Egitto, risalente all’epoca romana, cambia di nuovo la storia.
Un autentico pozzo di grandi segreti, che sembra non finire mai. L’Egitto, meta prediletta di storici ed archeologi, non ha ancora esaurito il patrimonio di reperti che continuano a venire alla luce, dando così l’opportunità di ricostruire il passato in maniera sempre più dettagliata. Di pochi giorni la fa scoperta di qualcosa di epoca romana, che potrebbe cambiare di nuovo la storia conosciuta.
Epoca romana: la sorprendente scoperta in Egitto cambia la storia
Un continuo work in progress quello che accade in Egitto, dove gli archeologi sono continuamente al lavoro. Questa volta a portare alla luce l’incredibile novità di oggi è stata una missione coordinata dall’Università di Ain Shams e dall’ex Ministro delle Antichità Egiziano, Mamdouh El Damaty.
L’equipe si trova attualmente a Dendera, nella provincia di Qena. La città, il cui nome significa “città della dea”, è già famosa per il complesso templare dedicato ad Hator, questa volta ha rivelato un altro reperto di grande valore.
Un reperto di epoca romana
La sorprendente scoperta è legata proprio al tempio di Hator. Nelle vicinanze del tempio è stata localizzata una struttura romana costruita su due livelli, principalmente in pietra calcarea e malta.
All’interno, una cisterna posta nel livello inferiore. Secondo gli esperti si tratterebbe di un deposito per lo stoccaggio di acqua risalente al periodo bizantino. Quello che però è emerso è qualcosa di ancora più incredibile.
All’interno di questa cisterna gli archeologi hanno ritrovato…una sfinge. Non una sfinge qualsiasi, ma un reperto risalente all’epoca romana.
La sfinge di Dendera
Realizzata in pietra calcarea, ornata sul capo con il ‘nemes‘ dei faraoni, impreziosito da un serpente simbolo di sovranità, la sfinge rinvenuta è particolare per almeno due motivi.
Il primo è che il volto raffigurato sorride, con tanto di fossette scavate ai lati. Il secondo è che secondo l’equipe incaricata, senza alcun dubbio raffigura l’Imperatore Claudio.
Claudio fu imperatore romano dal 24 gennaio 41 al 13 ottobre del 54 d.C. ed è noto tra le altre cose come conquistatore della Britannia. La cosa curiosa è che nella sua vita non visitò mai l’Egitto, eppure fu omaggiato con questa statua.
La sfinge rappresenta infatti una sorta di protezione, buon augurio per la vita nell’aldiià e per questo motivo veniva posta vicino alle piramidi. Era un’usanza comune raffigurare gli imperatori romani come fossero faraoni.
La sorprendente scoperta in Egitto, il commento dell’equipe
Ad annunciare la scoperta direttamente Mamdouh El Damaty sui suoi canali social.
“È una scultura di dimensioni abbastanza piccole – ha dichiarato – i lineamenti del viso raffigurano meticolosamente lineamenti reali e un leggero sorriso sulle labbra, ed anche due fossette alle estremità“.
Il team di ricerca ha spiegato di aver rinvenuto insieme alla statua anche una tavoletta geroglifica anch’essa risalente all’epoca romana.
Ma perché la sfinge si trovava in una vasca?
Solitamente infatti questo tipo di statue veniva posto sulla sommità o accanto all’edificio di appartenenza. Una probabile ipotesi è che anche questa dedicata all’Imperatore Claudio si trovasse collocata in questa maniera, e spostata e custodita in questa vasca durante l’epoca cristiana.
Naturalmente la ricerca non si ferma, gli scavi sono attualmente in corso e si protrarranno alla ricerca di altri utili reperti.
Egitto, luogo di continue scoperte
Il tempio di Dendera già in passato era stato al centro di alcune interessanti speculazioni, quando analizzando dei bassorilievi sulle pareti si era ipotizzato che vi fossero raffigurate delle lampade ad incandescenza.
Gli archeologi si domandano dunque se gli antichi egizi fossero al corrente già all’epoca su come sfruttare l’elettricità.
Un’altra incredibile scoperta risalente a pochi giorni fa riguarda la Piramide di Cheope: è stata resa nota la scoperta di un tunnel di 9 metri di lunghezza per 2 di larghezza, proprio dietro l’ingresso principale.
Gli archeologi al lavoro sperano che tale tunnel conduca ad una camera non ancora rilevata che possa eventualmente nascondere il sepolcro di Cheope, ad oggi non ancora ritrovato.