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Emissioni Co2: previsto un aumento del 43% entro il 2035

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Le emissioni di ossido di carbonio imputate alle energie fossili, dovrebbero aumentare del 43 % entro il 2035 se la loro riduzione non farà l’oggetto di un accordo internazionale importante.
Questo è quello che prevede l’Energy Information Administration (EIA). La Cina e l’India sono i paesi che produrranno la maggior parte di emissioni di gas serra.

Le emissioni di gas a effetto serra dovute alla consumazione di carbone, petrolio o di gas naturali, potrebbero aumentare da 29,7 miliardi di tonnellate rilevate nel 2007 a 42,4 miliardi di tonnellate nel futuro 2035, scrive l’EIA nel suo documento annuale di previsioni a lungo termine.

La maggior parte di queste emissioni arriveranno dai paesi in via di sviluppo e con una forte crescita economica, come la Cina e l’India dove la domanda di energia elettrica dovrebbe esplodere nei prossimi anni.

Abbiamo già visto qualche tempo fa, scomparire Hong Kong sotto una nuvola di smog e polvere e questo non è niente in confronto alle previsioni future!

Il rapporto dell’EIA dice:

Tenendo conto della futura crescita economica e delle politiche attuali che dipendono fortemente dalle energie fossili nei paesi non membri dell’OCDE, la maggior parte dell’aumento delle emissioni arriverà proprio da questi paesi.

L’agenzia federale americana sottolinea che questo rischio è legato all’assenza di politiche nazionali o di trattati internazionali per la lotta contro i cambiamenti climatici.

Le potenze industrializzate ed i paesi in via di sviluppo non riescono ad accordarsi su misure che prevedono la riduzione delle emissioni di Co2 e prevenendo la siccità, il riscaldamento globale, le ondate di caldo che stanno già colpendo tutti i paesi del mondo, senza dimenticare le inondazioni causate dai cambiamenti climatici.

Il Congresso americano non ha ancora adottato il progetto di legge sul clima e l’energia che, se dovesse essere accettato, potrebbe dare un forte contributo su i futuri accordi internazionali.
Ma purtroppo la proposta è in fase di stallo a causa dell’opposizione dei produttori di petrolio, carbone e gas.

Gli Stati Uniti si trovano al secondo posto, dopo la Cina, per quantità di emissioni di gas serra.

Per quanto riguarda l’Europa, sembra che la cosa non spaventi gli eletti che intendono mantenere gli ingaggi presi fin’ora senza rivederli nell’immediato.

In Italia invece, ci pensa Legambiente a sollecitare i nostri governanti richiedendo interventi urgenti per migliorare la qualità dell’aria nelle nostre città.

In occasione del Earth Day 2010, la Giornata Mondiale della Terra, l’associazione ha stilato una classifica delle città più inquinate dallo smog cercando di far capire alle istituzioni il grave problema.

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