Un prezioso ed emozionante tesoro dell’Antica Roma è stato ritrovato in una terra inaspettata. Una lettera scritta dai nostri antenati.
Un oggetto inedito e misterioso è stato ritrovato dagli archeologi, risalente a circa 2.000 anni fa. Questa lettera fa conoscere ulteriori dettagli molto interessanti sulla vita degli antichi soldati romani.
È una vera e propria testimonianza di un antico passato, che ci riporta indietro, in un periodo lontano.
Una lettera dell’antica Roma
In Italia, abbiamo un’importante cultura archeologica, soprattutto a Roma, dove scoperte di antichi tesori rimasti nascosti, vengono rinvenute ogni volta che si effettuano degli scavi e dei lavori.
Questo è successo anche a Masada, un’antica fortezza nella Giudea sud orientale, costruita dal re Erode il Grande tra il 37 e il 31 a.C., che si trova a 100 km circa da Gerusalemme. Nel corso di alcuni scavi effettuati dagli archeologi dell’Israel Antiquities, è stata trovata un’antica pergamena risalente all’epoca romana.
Un oggetto prezioso risalente al 72 d.C. che, appunto, ci racconta qualcosa in più sui soldati romani, in particolare sui loro ricavi.
Gli studiosi israeliani sono convinti che questa pergamena sia stata scritta proprio da un soldato romano.
Il tesoro emerso
La pergamena scoperta, sarebbe in realtà un’antica busta paga. Si tratta inoltre di una rarissima testimonianza scritta della guerra giudaico-romana, chiamata la Grande Rivolta, che si svolse proprio nel periodo di riferimento della pergamena, in questi luoghi israeliani.
L’oggetto ritrovato ha ovviamente subito dei danni causati proprio dal tempo trascorso in cui è rimasto nascosto, ma riesce comunque a fornirci alcune informazioni sull’esercito romano. In particolare sullo stipendio percepito dai militari, il quale era suddiviso in tre parti e aveva inoltre delle trattenute fiscali.
In particolare, si eccepisce, che il soldato in questione, aveva probabilmente chiesto qualche fornitura in più rispetto all’equipaggiamento base che veniva fornito all’esercito.
Nella pergamena, infatti, il salario ha subito delle detrazioni, proprio perché aveva richiesto una tunica di lino, degli stivali e aveva inoltre la necessità di ottenere il foraggio d’orzo per il cavallo.
I dettagli della pergamena
Questa preziosa busta paga inoltre, nasconde un particolare dettaglio.
Sembrerebbe che le richieste del soldato, e quindi le detrazioni subite, superassero il suo stipendio.
Questa pergamena però, ci fornisce solo una parte e alcuni dettagli delle spese che tutti i soldati avevano nel corso di un anno.
Questo ci racconta quindi, che i soldati non rimanevano nell’esercito solo per il salario, ma probabilmente ne traevano altri vantaggi.
Gli studiosi affermano, infatti, che all’esercito fosse permesso di saccheggiare durante le azioni militari.
Le revisioni effettuate sui diversi testi storici conservati all’interno del Laboratorio dei Rotoli del Mar Morto dell’Autorità israeliana per le Antichità, ci raccontano anche altro.
Ad esempio, uno studio eseguito su un documento rinvenuto nella Grotta delle Lettere, risalente all’epoca della rivolta di Bar Kokhba a Nahal Hever, (un flusso d’acqua nel deserto della Giudea, vicino Masada) nel 132-135 dopo Cristo.
Bar Kokhba era un condottiero ebraico che guidò la terza guerra giudaica contro i romani.
Questo documento di grande interesse storico, ci fornisce informazioni sulla vita quotidiana nei primi secoli dopo Cristo, nella Giudea. In particolare, in relazione alla pergamena ritrovata a Masada, fa luce su alcune attività dei soldati romani che utilizzavano per guadagnare del denaro extra.
Si tratta di un atto di prestito firmato tra un residente della Giudea e un soldato romano. Quest’ultimo addebita al residente degli interessi superiori a quelli legali.
Quindi il documento della Grotta delle Lettere, conferma che gli stipendi dei militari romani erano sicuramente più alti a causa di altre fonti di reddito, rendendo quindi il servizio dei soldati più efficiente.