Andiamo alla scoperta del primo stabilimento balneare in Italia, che ha aperto la strada a tutti gli altri che sono stati realizzati in seguito.
Il turismo balneare, in Italia, tira tantissimi turisti da tutto il mondo, ma anche gli stessi cittadini dello stivale che scelgono il mare e la spiaggia come luogo principale dove passare le proprie ferie. D’altronde, il turismo balneare ha una stori radicata nel tempo, che risale all’Ottocento: scopriamo, dunque, insieme quando è nato il primo stabilimento balneare in Italia.
Trascorrere le vacanze al mare
Al giorno d’oggi, siamo abituati a passare le nostre vacanze al mare, dando per scontata un po’ tutta la storia che soggiace a questa attitudine di voler trascorrere momenti di relax e di divertimento in spiaggia e in riva al mare.
Il turismo balneare, infatti, è uno dei più importanti e remunerativi per il nostro Paese, considerando che nello Stivale sono presenti, all’incirca, 7458 km di costa, sia acciottolata che sabbiosa: pertanto, rappresenta una grandissima attrattiva non solo per i cittadini italiani, ma anche e – soprattutto, potremmo dire – per i turisti che adorano sostanzialmente il Bel Paese e tutte le sue bellezze.
D’altronde, il mare permette alle persone di staccare dalla routine di tutti i giorni e di respirare aria fresca, pulita e di trovare un po’ di refrigerio dalla calura estiva che attanaglia le città nel corso dei mesi più caldi.
Il primo stabilimento balneare d’Italia
Nel 1827, dunque, nasce il primo stabilimento balneare in Italia con i Bagni di Viareggio: inoltre, bisogna considerare anche il fatto che già in epoca romana si conoscevano i benefici che si potevano tenere trascorrendo la giornata al mare, anche dal punto di vista prettamente terapeutico.
Tali stabilimento, dunque, nacque allo scopo di realizzare un luogo in cui i bagnanti potessero ritrovare sia il comfort sia la comodità, tipiche delle quattro mura domestiche, però, in riva al mare godendo, al contempo, di una certa privacy. Infatti, furono, fin da subito, concepite le cabine, ossia degli spogliatoi – di piccole dimensioni – dove ci si poteva cambiare, indossare il costume e ritornare in spiaggia, pronti per immergersi in mare o a prendere la tintarella sul lettino.
Dopo una battuta d’arresto, imposta dagli orrori della Seconda Guerra Mondiale, il turismo balneare raggiunse livelli di apprezzamento molto elevati, anche grazie al boom economico che caratterizzò l’Italia tra gli anni ’50 e gli anni ’60 del novecento.
D’altronde, iniziò a configurarsi l’idea della cosiddetta villeggiatura, che durava anche tre mesi e che permetteva, dunque, alle famiglie di godere della propria meritata vacanza dopo un anno di duro ed intenso lavoro o di studio, nel caso dei più piccoli.