L’abbazia più bella del nostro Paese si trova nel Lazio ed è una delle più antiche d’Italia. La sua bellezza la rende una delle perle di questa regione.
Luoghi di contemplazione unici, circondati dalla natura o isolati dal resto del mondo. Posti dove la spiritualità è tangibile anche dopo anni dal posizionamento della loro prima pietra. Rifugi di monaci e frati che nel corso del tempo hanno vissuto secondo la loro Regola scritta in armonia con sé stessi, con la comunità religiosa e con il creato.
Sono le abbazie, luoghi di culto affascinanti spesso avvolti da un alone di pace e serenità quasi mistico. In Italia ce ne sono parecchie, ma ce n’è una in particolare che ha assunto un’importanza tale da essere definita la culla del monachesimo occidentale.
La storia dell’abbazia più bella del nostro Paese: Montecassino
L’Abbazia di Montecassino è uno dei luoghi religiosi più importanti di tutta Italia. Si trova a Cassino, in Provincia di Frosinone, ed è una delle perle del Lazio.
Ogni anno questa meraviglia architettonica è visitata da migliaia di visitatori che arrivano da tutte le parti dello Stivale e del mondo per ammirare una delle abbazie italiane più antiche e belle del Paese.
La sua storia ha inizio nel 529 d.C. quando un giovane, chiamato Benedetto arrivò a Roma. Benedetto era poco più che adolescente e proveniva da una famiglia benestante di Norcia la quale lo aveva mandato nell’Urbe per ricevere un’elevata educazione letteraria.
Nel periodo del suo arrivo in città l’Impero Romano non esisteva più e a Roma vigeva l’instabilità. Il clima poco felice che Benedetto trovò nell’Urbe lo spinse a partire di nuovo alla ricerca di una vita nuova basata sull’ascetismo.
Digiuno, solitudine e astinenza diventarono quindi le compagne di vita di Benedetto da Norcia che decise di vivere seguendo questa pratica per allontanarsi dalle brutture della società e avvicinarsi invece a Dio.
La sua vita monastica basata sulla carità lo portò lontano da Roma, a circa 150 chilometri di distanza. Qui decise di costruire la sua abbazia, sul monte Cairo a 519 metri sul livello del mare, dove visse tutta la sua vita fino al 547, anno in cui morì qualche giorno dopo della morte della sorella Scolastica.
Le loro reliquie sono tutt’oggi conservate nella cripta posta sotto l’altare maggiore della chiesa.
La Regola di Benedetto da Norcia
Proprio in questa abbazia Benedetto da Norcia scrisse la famosa Regola benedettina che dal IX secolo in poi venne adottata dalla maggior parte dei monasteri di tutta Europa. La regola era semplice: questa stabiliva che la comunità doveva essere guidata da un abate, eletto dagli stessi monaci, e che tutti dovevano praticare il silenzio, l’umiltà e l’obbedienza.
La Regola di Benedetto constava di ben 73 capitoli all’interno dei quali venivano date istruzioni su come comportarsi in ogni momento della giornata e in ogni periodo dell’anno, su come vestirsi, pregare e persino camminare.
Insomma, si trattava di un testo pratico che stabiliva il modo di vivere che tutti i membri della comunità dovevano rispettare. La Regola fondata sui voti di castità, povertà, lavoro e obbedienza, diede origine al famoso motto ora et labora, motto sul quale si fonda ancora oggi il monachesimo benedettino.
Visitare l’Abbazia di Montecassino
L’abbazia di Montecassino è oggi una delle meraviglie religiose e architettoniche d’Italia, visitabile tutto l’anno.
L’itinerario delle visite tocca i principali punti del complesso monastico: la Basilica, la Cripta, la Chiesa Primitiva di San Martino, l’Archivio e la Biblioteca, il Museo e il cimitero militare polacco.
La Basilica e i suoi chiostri
La Basilica, conosciuta anche come Cattedrale di Santa Maria Assunta e San Benedetto, è preceduta da tre chiostri disposti uno dopo l’altro.
Il primo è quello d’ingresso, utilizzato per la preghiera dei monaci. A questo seguono il Chiostro del Bramante lungo 40 metri, e il Chiostro dei Benefattori affiancato da porticati abbelliti da 24 statue di Papi, Santi e Re che hanno fatto la storia di Montecassino.
Superato quest’ultimo chiostro si arriva finalmente alla Basilica, ricostruita nel dopoguerra e consacrata nel 1964 da Papa Paolo VI. Nonostante la chiesa sia stata bombardata nel 1944, sono rimasti integri alcuni affreschi e tele.
All’interno della Basilica si trovano le spoglie di San Benedetto e Santa Scolastica, nei pressi dell’altare maggiore, sepolti insieme così come vissero durante la loro vita.
Fuori dalla Basilica si trova poi il Museo dove sono conservati reperti dal VI secolo a.C. fino ai giorni nostri, parti della vecchia Abbazia, una tavola di Botticelli e altri dipinti.
Le altre sale dell’abbazia più bella del nostro Paese
Al complesso monastico nel 1544 venne aggiunta la Cripta, scavata direttamente nella roccia, Oggi qui si trovano la Cappella di San Mauro e quella di San Placido, discepoli di Benedetto, e la Chiesa Primitiva di San Martino. Quest’ultima sarebbe la chiesa che Benedetto avrebbe creato convertendo il Tempio di Giove pagano.
Nell’Abbazia di Montecassino c’è poi un Archivio dove si trovano tutti i più importanti documenti circa la storia del complesso monastico. Qui è custodito il Placito cassinese del 960 che racchiude alcune scritte del volgare italiano.
Molto ricca di opere rare e antichissime è anche la sala della Biblioteca. Al suo interno si trovano 40.000 pergamene e manoscritti, libri di preghiera, cinquecentine, volumi rari e stampe del Settecento e dell’Ottocento.
Infine, nei dintorni dell’Abbazia giace anche un cimitero dove sono sepolti circa 1500 soldati polacchi che morirono durante la liberazione di Montecassino del 1944.