Ancora una scoperta inaspettata in ambito archeologico, metterà forse un nuovo tassello sulla storia del luogo di rinvenimento. Risale all’epoca romana questo antico reperto, oggi vi raccontiamo di che si tratta.
L’incredibile storia dell’impero romano e delle sue conquiste in tutta Europa, un tema affascinante che appassiona da sempre studiosi ed archeologi in tutto il mondo. Scavi e ricostruzioni sono in corso da anni in diversi luoghi, tutti mirati a porre nuovi tasselli soprattutto sulle battaglie affrontate da questo popolo e sulle relative tecniche militari. Un nuovo passo avanti questa volta si deve anche all’intervento di un comune cittadino.
A mettere a segno questo bel colpo per l’archeologia è stato Lucas Schmid, odontoiatra svizzero e molto appassionato di storia. E in questo ritrovamento è coinvolto anche il suo metal detector, strumento che l’uomo ama mettere alla prova nei dintorni del cantone alpino dei Grigioni, in Svizzera.
E proprio qui inizia questa storia, precisamente nel villaggio di Tiefencastel, una piccola frazione del Comune di Albula. Schmid infatti è nel tempo libero un volontario per un’associazione archeologica locale e durante una passeggiata si è imbattuto in questa zona in alcuni reperti davvero interessanti e totalmente inaspettati.
Messe al corrente le autorità, il luogo nelle vicinanze di una gola, ha svelato la presenza di un pugnale, chiodi, alcuni resti di uno scudo, e addirittura degli archetipi di proiettili!
Una scoperta davvero incredibile. Così la definiscono gli esperti dell’Università di Basilea che si è poi occupata dei rilievi. La prima volta nella storia che reperti appartenenti ad un campo di battaglia romano vengono ritrovati in territorio svizzero.
Sì perché quanto localizzato da Schimid era praticamente solo la punta dell’iceberg di qualcosa di molto più esteso. Tiefencastel si è rivelato un vero e proprio terreno di una grande battaglia. Ipotesi accreditata dal rinvenimento di un totale di centinaia di reperti.
Secondo gli archeologi i romani affrontarono qui le tribù alpine note con il nome di Reti o anticamente Raeti. Erano abitanti delle Alpi orientali, dalle origini discusse, forse etrusche. Vissero principalmente nelle zone di Austria, Germania e Svizzera.
Secondo Schwarz la battaglia tenutasi qui non deve essere durata a lungo, vedendo i romani vincitori. Dalle prime ricostruzioni si parla di utilizzo di diverse armi, come ad esempio le catapulte. Per ora si parla di un impiego di 1500 soldati. Potrà sembrare un numero esiguo rispetto alle storie di conflitti romani ben più combattuti, ma il tipo di armi utilizzati e la conformazione del territorio, fanno pensare che i romani avessero praticamente circondato e costretto i nemici.
La zona di Tiefencastel, quella della gola in cui è avvenuto il rinvenimento, si trova infatti a ben 1182 metri di altitudine.
A dare una collocazione più precisa di quanto avvenuto in questi luoghi è uno dei reperti più preziosi di questa campagna di scavi, cioè il pugnale. L’arma è stata analizzata e ripulita dalla ruggine. Un bellissimo oggetto composto di ottone e argento, minuziosamente intarsiato.
Il team di ricerca osservando soprattutto l’impugnatura non ha dubbi sulla sua collocazione: non più tardi del 50 a.C. Armi di questo tipo con la croce sul manico sono molto rare, esistono al mondo pochi reperti. Questo in particolare secondo gli esperti sarebbe stato volontariamente sepolto dal soldato cui apparteneva. Un altro reperto simile anni fa è emerso nel Cantone di Argovia.
Effettivamente gli storici che si sono occupati negli anni della ricostruzione delle imprese romane in Svizzera, riferiscono di battaglie avvenute tra il 50 e il 30 a.C. Non solo perché è noto che l’imperatore romano Augusto dispose qui una campagna militare, solo non in questi anni, ma attorno al 15 a.C. In questo periodo sembra i romani riuscirono a piegare questa popolazione alpina. Curiosamente ad oggi non sono state però rinvenute tracce di sepolture.
Gli scavi ora continueranno su una porzione di 35.000 metri quadrati. Schmid, l’autore di questa incredibile scoperta si è raccontato alla stampa, definendosi emozionato. Man mano che il segnale del metal detector si faceva più intenso non poteva certo pensare che ad emergere sarebbe stato un pugnale nella sua interezza. Grazie a lui si potrà finalmente mettere un nuovo tassello nella storia del territorio.
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