È la mummia più antica del mondo: dove si trova e qual è

Le mummie sono corpi conservati tramite processi naturali o artificiali, come l’imbalsamazione, per evitare la decomposizione. Ma qual è la mummia più antica del mondo? 

Mummia più antica del mondo
Mummia più antica del mondo – viaggi.nanopress.it

Culture come gli egizi credevano che la mummificazione aiutasse nell’aldilà, preservando il corpo per l’anima.

Le mummie egiziane, risalenti a circa 4.500 anni fa, sono le più famose grazie alle elaborate tecniche di imbalsamazione.

Altri esempi di mummie antichissime includono Ötzi, l’Uomo del Similaun, trovato nei ghiacciai alpini e risalente a circa 5.300 anni fa. Queste scoperte sono preziose per lo studio delle antiche civiltà.

Non solo mummie naturali detengono record di antichità. Le mummie artificiali più antiche appartengono alla cultura Chinchorro, diffusa tra il nord del Cile e il sud del Perù.

Risalenti a circa 7000 anni fa, queste mummie venivano create con tecniche sofisticate, in un processo che univa pratiche artificiali e condizioni climatiche favorevoli.

A differenza degli egizi, i Chinchorro mummificavano tutti i membri della loro comunità, segnalando una società più egualitaria.

Le mummie Chinchorro rappresentano un patrimonio dell’umanità riconosciuto dall’UNESCO e mostrano l’antica volontà dell’uomo di preservare il corpo dei defunti, raccontando una storia che attraversa millenni, culture e continenti.

Queste scoperte ci permettono di esplorare l’antica relazione tra uomo, morte e memoria.

La mummia più antica al mondo racconta il passato dell’umanità

Tra le mummie scoperte nel corso della storia, spicca la più antica trovata nella Caverna dello Spirito, nel Nevada, Stati Uniti.

Questa mummia naturale, scoperta nel 1940, risale a circa 9400 anni fa e offre uno sguardo unico su un periodo remoto della storia umana.

Ritrovamenti di mummie
Ritrovamenti di mummie – viaggi.nanopress.it

Gli archeologi Sydney e Georgia Wheeler la rinvennero durante un’ispezione archeologica, scoprendo resti umani avvolti in una stuoia di canne palustri.

La scoperta includeva due corpi, uno dei quali conservava parte dei tessuti molli, mentre il resto era allo stato scheletrico.

Le prime analisi datarono i resti tra 1500 e 2000 anni fa, ma l’utilizzo del radiocarbonio negli anni ‘90 permise di determinare che quei resti appartenevano a un’epoca molto più antica, risalendo al 7420 a.C.

Questa mummia, di un uomo parzialmente conservato, venne deposta con oggetti realizzati in materiali deperibili, come mocassini in pelle e una coperta in pelliccia di coniglio. L’aridità della grotta ne ha permesso la conservazione eccezionale.

Le analisi del DNA, completate nel 2016, confermarono che questo antico individuo aveva un legame genetico con i moderni nativi americani, precisamente con la tribù Paiute-Shoshone.

Mummia
Mummia – viaggi.nanopress.it

Dopo aver concluso gli studi, i resti furono restituiti a questa tribù, che li seppellì seguendo le proprie tradizioni, in conformità con il Native American Graves Protection and Repatriation Act, una legge che protegge i cimiteri dei nativi americani.

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