Si chiama Sentiero della Pace e la sua storia è affascinante. Un percorso per il trekking che ti farà scoprire luoghi davvero unici.
Per gli amanti delle escursioni a piedi e anche della storia esiste un posto, o meglio un percorso, che permette di camminare letteralmente sulle impronte di chi ha combattuto la Grande Guerra. Si tratta di un sentiero che è stato ribattezzato Sentiero della Pace, o Friedensweg. Si trova in Italia ed è uno dei cammini più apprezzati nel nostro Paese. Qual è la storia del Sentiero della Pace? E come lo si attraversa adesso?
L’ambizione di un uomo
Il Sentiero della Pace è frutto del lavoro soprattutto di un singolo uomo, Claudio Fabbro, che ha iniziato ad esplorare le montagne del Trentino insieme al nonno proprio sulle tracce dei soldati che combatterono la Prima Guerra Mondiale.
Da quelle passeggiate è nata l’idea di creare un percorso che attraversa non solo la geografia ma anche la storia e la memoria di questa area. Il percorso di trekking è lungo 495 km ed è stato progettato per condurre gli escursionisti, con diverse tappe, lungo tutto il fronte meridionale. Dallo Stelvio raggiunge le cime della Marmolada e poi Rovereto. E proprio nella prima parte sono organizzati diversi sentieri tracciati che raccontano anche le fasi stesse dei combattimenti.
Sette tratte nella storia
Essendo un percorso estremamente lungo, come dicevamo, il Sentiero della Pace è suddiviso in tappe che è quindi possibile affrontare in più giorni. La prima e la seconda tratta vanno dal Tonale fino alla Val dei Concei. Sono descritti sul sito ufficiale come tratti impegnativi e che quindi è bene fare con l’accompagnamento di una guida alpina.
Anche perché si tratta di trekking con arrampicata su vie ferrate e con scale piantate nella roccia. Il terzo tratto è quello che congiunge la Valle di Ledro alla zona dell’Alto Garda. La partenza è al rifugio Pernici e si scende fino a Riva del Garda per poi risalire a 2000 metri al rifugio Damiano Chiesa. Rispetto alla prima tappa e alla seconda, questo terzo tratto del sentiero è impegnativo soprattutto per il saliscendi che comporta ma è comunque molto più rilassante rispetto all’inizio.
Il quarto passaggio è quello che da rifugio Damiano Chiesa passa per Rovereto e raggiunge un altro rifugio, l’Achille Papa. Questa parte del sentiero è quella che entra più prepotentemente in contatto con il passato. Lungo il percorso infatti sono ancora visibili trincee e camminamenti. Si tratta però della zona forse più conosciuta dell’intero percorso, da fare anche in mountain bike e da esplorare con calma.
Il quinto tratto, lungo circa 78 km, arriva fino a Passo Vezzena costeggiando il Lago di Lavarone, premiato anche con la bandiera blu e dotato di spiagge attrezzate in cui rilassarsi prima di ripartire. Le ultime due tappe sono quelle che raggiungono poi le Dolomiti. La sesta arriva fino al Rifugio Brentani e nel percorso è possibile anche imbattersi in un altro sentiero di trekking, il Mesotrekking, un percorso tematico nei pressi del Lago delle Buse che racconta un altro Trentino: quello preistorico. L’ultima tappa di questi quasi 500 km si divide in tre parti e porta in quella che una volta era la foresta dei violini e poi su fino alla Marmolada.