Divieto di balneazione in questo mare italiano: secondo le analisi dell’Arpac, alcuni tratti di mare sarebbero inquinati. Ecco il parere degli esperti.
L’estate è ormai arrivata e iniziano per molti le ricerche delle destinazioni nelle quali trascorrere le tanto attese vacanze al mare.
Tra le mete più gettonate per l’estate 2023 secondo Booking.com c’è anche immancabilmente Napoli. Con la sua vivacità e la sua personalità unica, questa famosa città del sud Italia è una delle più amate nella quale ogni anno accorrono visitatori da tutto il mondo.
Se quest’anno però vi troverete in vacanza in questa località Partenopea, fate attenzione al bloom fitoplanctonico apparso negli ultimi giorni in alcuni tratti di mare.
Il mare di Napoli è inquinato, e scatta il divieto di balneazione
Secondo l’Arpac, Agenzia Regionale Protezione Ambientale della Campania, alcuni tratti del mare di Napoli sono inquinati. La colpa sarebbe della comparsa di un bloom fitoplanctonico che rende le acque nei pressi di via Partenope e Marechiaro praticamente non balneabili. Ma di cosa si tratta nello specifico?
Il fenomeno sarebbe legato alla presenza di batteri di origine fecale che a causa di un poco efficiente sistema fognario si sono diffusi in mare. A spiegarlo è il biologo marino e presidente del CSI Gaiola, Maurizio Simeone, che ha rilasciato un’intervista ai microfoni del Corriere della Sera qualche giorno fa.
Secondo l’esperto ad aver determinato l’inquinamento del mare di Napoli sono sicuramente state le piogge dei mesi scorsi le cui acque sarebbero ristagnate con l’arrivo della stagione calda. Le acque fognarie hanno quindi portato alla proliferazione del cosiddetto bloom fitoplanctonico, ovvero uno sviluppo eccessivo di microalghe e fitoplancton dovuto alla forte presenza di nutrienti quali fosforo e azoto.
Tuttavia, non sarebbe la prima volta che il mare di Napoli si riempia di sporcizia. Questo non è solo dovuto alla presenza di schiume, fitoplancton e sostanze organiche, ma anche di rifiuti solidi provenienti dalla terra.
Divieto di balneazione a Napoli, le soluzioni del biologo
Secondo il biologo, le soluzioni per risolvere il problema a monte ed evitare che tutto questo possa ripetersi in futuro ci sono. Innanzitutto sarebbe opportuno migliorare le reti fognarie e gli impianti di depurazione, e separare le acque bianche da quelle nere.
Poi servirebbero più spazzamare: l’unico esistente a Napoli infatti è chiaro non basti soprattutto visto e considerato che viene attivato solo dopo le piogge.
Infine bisognerebbe puntare l’attenzione sulla salute del mare non solo durante l’estate, in vista dell’arrivo dei turisti, ma anche nel corso di tutto l’anno.
Il problema dell’inquinamento dei mari, una piaga per la salute del pianeta
L’inquinamento dei mari è un grave problema che sta avendo un impatto negativo sull’ecosistema marino e sulla vita di milioni di specie marine. L’inquinamento marino può assumere forme diverse, tra cui l’accumulo di plastica, l’inquinamento da petrolio o da prodotti chimici.
Uno dei principali responsabili è però la plastica. Milioni di tonnellate di plastica finiscono ogni anno negli oceani, causando danni irreparabili alla fauna marina. Gli animali possono ingerire i rifiuti di plastica o rimanere intrappolati, finendo per morire. Per affrontare questo problema, è fondamentale ridurre l’uso di plastica monouso, riciclare e promuovere l’adozione di alternative sostenibili.
Un altro problema importante è l’inquinamento da petrolio che si verifica a seguito di sversamenti accidentali durante le operazioni di estrazione, trasporto o raffinazione del petrolio. Questi incidenti possono avere un impatto catastrofico sugli ecosistemi marini, danneggiando la fauna e la flora. Per prevenire tali sconvolgimenti, è necessario adottare rigide normative di sicurezza e promuovere l’uso di fonti di energia alternative e sostenibili.
L’eccesso di nutrienti nelle acque, come azoto e fosforo provenienti da fertilizzanti agricoli e scarichi urbani, può poi causare, come nel caso di Napoli, fioriture di alghe che possono creare problemi non solo all’uomo, ma anche alle specie marine. Per mitigare questo problema, è necessario limitare l’uso di fertilizzanti chimici nelle pratiche agricole e migliorare i sistemi di trattamento delle acque reflue.
Infine, l’inquinamento da prodotti chimici, come pesticidi, fertilizzanti, sostanze chimiche industriali e farmaceutiche, può danneggiare gravemente gli ecosistemi marini e la salute delle specie marine. È importante monitorare e regolamentare l’uso di tali sostanze chimiche e promuovere pratiche sostenibili nelle attività industriali.
Tutto è nelle nostre mani
Per evitare e ridurre l’inquinamento dei mari, è quindi necessario un impegno collettivo a livello globale. Ciò implica l’adozione di politiche e normative più rigorose, l’educazione e la sensibilizzazione pubblica, nonché l’investimento nella ricerca e nello sviluppo di tecnologie pulite.
È importante ridurre l’uso di plastica, fare scelte alimentari sostenibili e sostenere le iniziative di pulizia delle spiagge e dei fondali marini.
La lotta all’inquinamento marino è una sfida che riguarda tutti, governi, industrie, comunità locali e singoli individui. Solo insieme possiamo preservare i mari e puntare a un futuro sostenibile per l’ecosistema e per il benessere del pianeta.