Decifrato un antico testo babilonese, si riscopre l’origine delle nostre radici

Un antico testo babilonese è stato decifrato dagli esperti grazie alle nuove tecnologie, riscoperte le nostre origini. Scopriamo di più su quanto è stato fatto!

Antico testo babilonese
Antico testo babilonese – viaggi.nanopress.it

Riscoprire antichi testi, ma soprattutto decifrarli, è un traguardo incredibile per gli scienziati che sono costantemente alla ricerca di nuove informazioni sulle nostre origini.

Ecco perché aver decifrato un antico testo babilonese rappresenta un evento importante, ma senza uno strumento di nuova generazione tutto questo non sarebbe stato possibile.

Di quale strumento si tratta? Ma dell’intelligenza artificiale, ovviamente, che ha permesso di superare qualsiasi ostacolo si sia frapposto nella decifrazione del testo. Vediamo di saperne di più su quanto è stato fatto e come è stato possibile decifrare questo testo così complesso!

Intelligenza artificiale aiuto eccellente per decifrare il testo

Decifrare i testi babilonesi non è una cosa semplice, soprattutto perché vi sono degli ostacoli presenti in natura in questi testi antichi. Innanzi tutto, sono delle tavolette d’argilla piene di imperfezioni, e poi hanno una tendenza frammentaria, per cui l’interpretazione è davvero molto complessa.

antico testo babilonese
antico testo babilonese – viaggi.nanopress.it

Tuttavia, i ricercatori hanno dato vita ad una intelligenza artificiale che avrebbe il potere di decifrare i testi e renderli comprensibili. Sviluppato nel 2018 da un team di scienziati tedeschi dell’Università Ludwig Maximilian, l’algoritmo “Fragmentarium” è stato progettato per interpretare gli scritti babilonesi.

Inizialmente lo strumento prevedeva di copiare i documenti su carta e in seguito di capire quali parti facessero parte di altri documenti. Questa operazione era molto complicata e non veniva facilitata dai due sistemi di scrittura usati nei testi, sumero e accadico.

Decifrato un testo babilonese grazie all’IA

Per fortuna il compito è stato facilitato dal database di Fragmentarium. Il database digitalizzato, che era formato da 22.000 tavolette, ha permesso di individuare un pezzo della tavoletta contenente l’Epopea di Gilgamesh, che era la prima opera scritta conosciuta.

Tutto questo accadeva a novembre del 2022. Poi, però, grazie all’intelligenza artificiale il professor Enrique Jiménez ha rinvenuto un inno babilonese, in cui veniva osannato il signore della saggezza, i prati di grano fresco e altri elogi.

testo babilonese
testo babilonese – viaggi.nanopress.it

Come sottolineato dal dottor Jiménez, è incredibile quanto viene descritto nel brano, che illustra alla perfezione la città di Babilonia e allo stesso tempo anche l’imminente primavera in arrivo. Jiménez ha ribadito che finora non ci sono stati inni alle città nella letteratura babilonese, mentre ad oggi sono stati trovati ulteriori 15 frammenti.

Importanza assoluta del Fragmentarium

Lo scienziato ha sottolineato che senza il Fragmentarium, la decifrazione di questo testo babilonese avrebbe richiesto 30 o 40 anni. Attualmente, solamente 200 scienziati nel mondo hanno utilizzato la piattaforma online per svolgere la loro attività.

Invece, a cominciare dal mese di febbraio 2023, tutti potranno utilizzare gratuitamente Fragmentarium e portare avanti la decifrazione di migliaia di frammenti che ancora non sono stati identificati.

Il professor Enrique Jiménez ha sottolineato come Fragmentarium è uno strumento in grado di rendere molto più semplice il processo di decifrazione dei testi babilonesi. Dai 22.000 frammenti di testo che finora sono stati digitalizzati, l’intelligenza artificiale può analizzare a fondo le immagini e assemblare frammenti di testo in modo sistematico, dando vita in pochi secondi a molteplici connessioni.

Se tutto questo venisse svolto dagli umani, il lavoro richiederebbe mesi e l’impiego di tanti ricercatori. Si tratta di uno strumento eccezionale, dunque, mai esistito prima, che si sta rivelando essenziale per ricostruire la letteratura babilonese.

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