La conquista del Polo Sud, sembra incredibile, ha solo 100 anni. L’Antartide, infatti, venne raggiunto per la prima volta il 14 dicembre 1911 e proprio oggi cade l’anniversario di quella straordinaria impresa.
A compierla fu Roald Amundsen, anche se ci fu una vera sfida fra l’esploratore norvegese e il capitano inglese Robert Falcon Scott, intenzionato ad affermare la potenza e la grandezza dell’impero britannico.
Invece, furono le semplici virtù di Amundsen a prevalere per il successo dell’operazione: un addestramento meticoloso, una perfetta preparazione e una profonda consapevolezza nei propri mezzi. L’inesperienza di Scott, invece, fu fatale per tutto il suo equipaggio. Ma andiamo con ordine.
Per arrivare in Antartide, Amundsen utilizzò la nave Framm, che in norvegese significa “Avanti”. Era stata costruita apposta per l’impresa e concepita per affrontare le distese ghiacciate, con una struttura arrotondata, elica e timone retrattili e un motore ausiliario.
La traversata sui ghiacci ebbe inizio l’8 settembre 1911. Durò più di tre mesi fino alla conquista della meta finale, avvenuta il 14 dicembre 1911. Erano le tre del pomeriggio e Amundsen, all’età di 39 anni, entrò definitivamente nella storia come il primo uomo a raggiungere il Polo Sud geografico. Furono percorsi 2.800 chilometri in 99 giorni, alla velocità media di 27 chilometri al giorno all’andata e 37 al ritorno.
Perché Amundsen riuscì nell’impresa e Scott fallì? La scelta vincente fu mettere gli uomini sugli sci e far trainare le slitte dai cani: ciò permetteva di andare alla stessa velocità, ma di non sforzare eccessivamente gli animali.
Scott e il suo equipaggio, invece, rimasero prigionieri dei ghiacci, andando incontro alla morte: c’è da dire che raggiunsero il polo il 17 gennaio 1912, ma non sopravvissero al ritorno. Tra i motivi del fallimento, oltre a un’inadeguata preparazione, molti indicano la sua inesperienza e la sua scarsa abilità di leader.
Anche Amundsen fece una tragica fine. Nel 1928, in soccorso dell’italiano Umberto Nobile, rimasto imprigionato nei ghiacci del Polo Nord, il suo aereo scomparve nel nulla e non si trovò mai alcuna traccia.
Se vi è venuta voglia di visitare il Polo Sud, la cosa migliore da fare è affidarsi a un tour operator specializzato in crociere nei mari antartici, mentre al Polo Nord è addirittura possibile praticare sport estremi alle Isole Svalbard o vedere l’aurora boreale in diverse località.
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