Una scoperta incredibile nell’ambito di una ricerca che è in corso da anni. Spunta una tomba di 3200 anni fa. Ci troviamo in un luogo antichissimo, che ancora oggi continua a riservare sorprese.
Un reperto antichissimo, risalente a secoli fa. Una bellissima notizia per la branca dell’archeologia, che in questo ultimo periodo continua a collezionare successi. Soprattutto enormi passi avanti in ricerche che vanno avanti da tempo immemore, alcune interrotte anche per via della pandemia, che ha costretto tutto il mondo a fermarsi per un periodo che è sembrato interminabile. Questa volta ad emergere è qualcosa di davvero molto importante all’interno di un luogo che si porta dietro una storia millenaria.
Quando pensiamo all’antico Egitto e alle sue piramidi, immediatamente la mente corre alla famosa Necropoli di Giza. Le sue tre tombe dedicate a Cheope, Chefren e Micerino sono le più conosciute e visitate.
Ma questa terra è in realtà molto ricca di complessi funerari altrettanto notevoli ed importanti. La scoperta di cui parliamo oggi è avvenuta infatti in un’altra antichissima Necropoli, quella di Saqqara.
Un’area molto vasta ad appena 30 chilometri dalla città del Cairo. Al suo interno i complessi piramidali sono svariati, iniziando da quello di Teti passando per quello di Userkaf, solo per citare i più importanti. La fama di Saqqara si deve alla famosa piramide a gradoni, la più antica della storia egizia. Questo è il monumento funebre voluto dal faraone Djoser e costruita dal famoso architetto Imhotep.
Ora in questo incredibile luogo ricco di storia, un team di archeologi ha rinvenuto i resti di una tomba risalente a 3200 anni fa. E non solo.
Un risultato incredibile portato a termine da un team che vede la collaborazione del Museo Egizio di Torino e il Museo di Leiden dei Paesi Bassi. Un’operazione coordinata dal Consiglio Supremo delle Antichità.
La squadra era al lavoro sul sito da diversi anni con un lungo stop a causa del Covid -19. Una scoperta clamorosa perché. Lo afferma anche il segretario del Consiglio Supremo Moustafa Waziri, poiché permette finalmente la conferma di una particolare teoria. Da anni alcuni studiosi sostengono infatti che le tombe di questa necropoli, di origine molto antica, siano state riutilizzate anche in epoca ramesside.
In questa area i complessi funerari sono risalenti all’Antico Regno. Qui si conservavano i resti dei reali vissuti in questo periodo. Durante il periodo definito come XVIII dinastia sembra che vi venissero sepolti dei funzionari di alto rango.
E probabilmente la tomba rinvenuta oggi apparteneva ad uno di questi dignitari. Il team l’ha ribattezzata “tomba di Panehsy”, datandola tra il 1292 a.C. e il 1189 a.C. Parliamo quindi del periodo della XIX dinastia quando si alternarono alla guida d’Egitto prima il faraone Seti I e poi naturalmente lui, Ramses II. Panehsy era presumibilmente il responsabile del tempio di Amon.
Insieme alla tomba gli archeologi hanno rinvenuto qualcos’altro di unico: ben quattro cappelle funerarie.
Un reperto davvero imponente, così lo descrivono gli studiosi al lavoro. Un ritrovamento emozionante se si pensa che la necropoli di Saqqara è oggetto di ricerche dal 1975 e questa operazione in particolare va avanti dal 2015.
Tornando alla tomba di Panhensy, le prime notizie che ci arrivano la descrivono come un complesso autonomo: un piccolissimo tempio dotato di corte, portico e camere sepolcrali di tipo ipogeo. Sembra avere una grandezza di 13 metri per 8.
All’interno sono state scoperte delle lastre decorate. Praticamente raffigurazioni di quello che si pensa essere Panehsy nell’atto di adorare Hathor, insieme alla moglie Baia ed alcuni sacerdoti. Al momento non si dispone di altre notizie sull’identità dell’uomo. Il suo nome significa “Nubiano”, ma per gli esperti è presto per poterla accreditare come conferma della sua origine.
La parte più interessante è quella che riguarda le cappelle funerarie appena vicine al tempietto di Panehsy. Tutte di dimensioni molto piccole. Una di queste apparteneva a YuYu, un artigiano che si occupava della produzione di lamine d’oro.
La sua cappella misura appena 1 metro per un 1 metro. L’interno però è ricco di decorazioni nonostante le dimensioni ridotte. Raffigurazioni della famiglia di questo artigiano e del suo corteo funebre. Come per la tomba di Panhesy è rappresentata la venerazione di Hathor, ma anche di Soqar.
Il team paragona queste raffigurazioni ad altre rinvenute in due tombe vicine, note come Maya e Merit.
Sia Waziri che l’archeologo Christian Greco commentano la notizia di questa scoperta con grande entusiasmo. La seconda fase di questa missione prevede dunque una “contestualizzazione archeologica” di quanto rinvenuto. Un tesoro unico che ora permette di studiare più a fondo anche la struttura sociale dell’epoca, la sua storia economica e mettere anche un nuovo tassello sulle pratiche funerarie.
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