Una notizia incredibile diffusa di recente, che preoccupa non poco scienziati e geologi. C’è una città che sta affondando sotto il peso dei grattacieli. Ecco quale.
Il problema sempre più pressante del cambiamento climatico ci sta purtroppo abituando a notizie e stime ormai allarmanti a cadenza quotidiana. L’azione dell’uomo ha e sta ancora cambiando profondamente il nostro pianeta, con conseguenze che vediamo nella vita di tutti giorni, altre che invece rischiano di piombarci addosso in maniera catastrofica in un futuro prossimo. Leggere che esiste una città che sta affondando (anche) a causa dei suoi grattacieli, fa un certo effetto. Parrebbe quasi l’inizio di un disaster movie hollywoodiano. Eppure è la realtà, vediamo dove sta accadendo.
A quanto pare ad influire su questa città non è il cambiamento climatico o almeno non solo, perché in questa situazione uno dei problemi è di tipo urbanistico.
Stiamo parlando di New York, ci credereste? La Grande Mela, la Città che non dorme mai, rischierebbe di scomparire. Una città che sta affondando a causa proprio dei suoi leggendari grattacieli.
Questa situazione, complice l’innalzamento dei livelli del mare proprio per via del cambiamento climatico, potrebbe in futuro sommergerla. La notizia è di questi giorni. Effettivamente era già stato notato che il livello dell’Oceano Atlantico dagli anni 50 ad oggi è aumentato di ben 22 cm. E che questo comporta rischio di inondazioni per via delle tempeste ancora più frequenti.
Una recente indagine geologica però ha evidenziato che il problema è anche l’incredibile pressione delle costruzioni a premere e spingere sempre più a fondo la città. Vediamo come.
L’allarme è stato lanciato dalla rivista Earth’s Future che ha tuonato: “New York si sta abbassando di 2 millimetri l’anno, ma in alcune zone anche più velocemente“.
Ad evidenziare il problema è una ricerca dell’Us Geological Survey. Gli scienziati e geologi hanno rilevato che diversi edifici della Grande Mela poggiano su un terreno che è il risultato di una miscela di sabbia ed argilla. Inoltre parliamo di strutture di incredibile imponenza, basti pensare che il leggendario Empire State Building preso ad esame insieme al Chrysler Bulding, pesano 761 milioni di tonnellate in totale.
La ricerca si è servita di potente tecnologia comprensiva di dati satellitari, per poter stabile con precisione le zone e quali edifici stiano attualmente esercitando una pressione eccessiva sul suolo.
Secondo le stime dunque sono 764 milioni di chili a comprimere il terreno. Non solo grattacieli in realtà sebbene rappresentino la quota principale. A questo si aggiunge il fatto che alcune porzioni di New York sono costituite di terreni artificiali ricchi di edifici più piccoli, ma comunque pesanti.
La più colpita dal fenomeno di abbassamento è la costa orientale americana. Il rischio è appunto che accelerando questo processo, la città venga esposta ad inondazioni più frequenti (in città ricordano ancora con orrore i danni dell’Uragano Sandy del 2012), oltre a danni a tubature ed infrastrutture.
Secondo Tom Parson, l’esperto geofisico a capo del team di ricerca, non bisogna farsi prendere dal panico. Non è secondo lui un’emergenza immediata che rischia di colpire da un momento all’altro la cittadinanza.
I risultati della ricerca sono però importanti e possono aiutare New York a correggere il tiro. Inoltre possono essere utili ad altre città costiere. L’urbanizzazione della Grande Mela e delle città adiacenti è un fenomeno in continuo movimento. Secondo Parsons bisognerà tenerlo bene a mente ogni volta che si andrà a costruire un nuovo edificio.
Non potendo ovviamente eliminare quello che è già esistente, l’idea per cercare di tamponare l’emergenza è spostare le nuove costruzioni in progetto in aree più periferiche, in modo da bilanciare la pressione sul terreno.
Si vagliano nuove tecniche di costruzione, che dovranno utilizzare materiali più leggeri o comunque diverse e più moderne tecniche di costruzione. Infine, l’ideale sarebbe progettare edifici più bassi. Forse finirà l’era dei grattacieli di New York, un vero simbolo della città, ma questo ed altro per salvare la Grande Mela.
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