Al via i preparativi per il Carnevale di Foiano di Chiana, in Toscana. Giunto alla sua 473esima edizione, il Carnevale di questa piccola cittadina in provincia di Arezzo è tra i più antichi di Italia: i suoi primi festeggiamenti risalgono infatti al 1539. La manifestazione si svolgerà per 4 domeniche, dal 5 al 26 febbraio. Il Comitato organizzatore di quest’anno promuove numerose novità, tra le quali il Carnevale gratuito per i bambini: in Piazza Garibaldi si terrà infatti l’allestimento a misura di famiglie, con giochi, trenini, gonfiabili e piccoli carri.
Come nella miglior tradizione carnevalesca, l’evento principale consisterà nella sfilata dei carri. Saranno quattro in tutto, ognuno di loro costituito dal relativo Cantiere. I Cantieri sono le associazioni in cui si divide la città per organizzare i carri della parata, che ovviamente gareggeranno l’uno contro l’altro. I loro nomi sono Cantiere Azzurri, Cantiere Bombolo, Cantiere Nottambuli, Cantiere Rustici, quest’ultimo vincitore di ben 22 edizioni. A differenza della festa stessa, infatti, i Cantieri sono una tradizione recente, inserita nel 1933. Inoltre essi non fanno riferimento a una suddivisione geografica della città, come ad esempio le contrade di Siena, ma sono libere associazioni di cui chi chiunque può far parte. La competizione non lede lo spirito di creatività e collaborazione della festa, tanto è vero che i quattro carri vengono preparati tutti assieme dai Cantieri in un enorme magazzino adibito per l’occasione.
La sfilata dei carri, detta il “corso mascherato” si svolge nelle tre domeniche prima del martedì grasso, e quella successiva. Una giuria composta uno scenografo, un pittore, uno scultore, un critico d’arte e un giornalista decreta il vincitore. Dopo l’ultima parata, c’è una sfilata di maschere a cui tutti possono partecipare, e anche qui il Comitato valuterà le più belle. L’appuntamento più caratteristico è ii funerale di Re Giocondo, il patrono della festa: un fantoccio imbottito di petardi, di cui viene letto un testamento (un componimento in rima per ironizzare sui fatti del paese dell’anno precedente) e poi dato alle fiamme in un rogo pubblico.
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