È stata fatta un’incredibile scoperta risalente all’epoca degli antichi Romani. Quest’oggetto è stato tenuto nascosto per oltre 2000 anni.
Numerose scoperte vengono fatte ogni giorno e vengono associate alle diverse popolazioni che ci hanno preceduto. Quest’oggetto però non è stato trovato oggi ma è stato nascosto. In realtà gli scienziati non lo avevano identificato correttamente poiché gli hanno dato una funzione che oggi è stata definita sbagliata. Andiamo a vedere di cosa si tratta.
Scoperto reperto di epoca romana: ecco l’oggetto trovato
Questa scoperta è stata fatta oltre 2000 anni fa e l’oggetto era stato identificato come un oggetto per cucire. Chi però ha visto oggi quest’oggetto non capisce come sia stato possibile non riconoscerlo prima dal momento che era davvero inequivocabile e fuori da ogni possibile interpretazione.
L’oggetto ritrovato è un dildo, un pene finto, usato anche all’epoca. Anche gli antichi romani utilizzano i sextoy e data la forma è davvero strano che non sia stato riconosciuto. Questo sarebbe il primo reperto di questo tipo ritrovato a meno che non ci sia qualche altro oggetto a cui sia stata data una funzione errata.
Questo sex toy di epoca romana è di grandezza naturale e gli archeologi che lo hanno visto non hanno alcun dubbio sulla sua reale classificazione. Questo fallo è stato ritrovato a Northumberland nel 1992. Ci troviamo al confine tra Inghilterra e Scozia e l’oggetto è stato soprannominato fallo di Vindolanda.
È stata fatta anche un’altra ipotesi secondo cui si tratta di un pestello a forma di pene in erezione. Sarebbe l’utensile utilizzato per pestare all’interno del mortaio. Ma andiamo a vedere come è stata commentato l’oggetto ritrovato e la sua interpretazione iniziale da un docente di archeologia.
La scoperta di un sextoy risalente all’epoca romana
Come abbiamo già detto questo fallo ritrovato è stato scambiato per uno strumento da cucire ma in molti non credono che 2000 anni fa non siano stati capaci di riconoscerlo. Questo non possiamo saperlo, ma possiamo dire con certezza che si tratta proprio di un sextoy e il ritrovamento è stato anche commentato da un docente di archeologia dell’Università di Newcastle.
Rob Collin, questo il nome del docente che ha confessato che parte di lui crede che sia ovvio che si tratti di un pene. Ha continuato ipotizzando che chi ha catalogato quest’oggetto molto probabilmente non era a proprio agio oppure non pensava potesse essere un oggetto utilizzato dagli antichi romani.
La non identificazione sembra strana anche perché i falli erano rappresentati spesso nell’epoca romana ed infatti si trovano spesso nei mosaici, nelle decorazioni dei vasi o negli affreschi. Ma la questione non si è fermata solamente all’identificazione ma anche alla lunghezza dell’oggetto ritrovato.
Infatti questo fallo ritrovato è lungo 16 centimetri e alcuni hanno dichiarato che molto probabilmente all’epoca fosse più grande. Altri invece che il legno potrebbe essersi deformato nel tempo non dando ad oggi la reale misura dell’epoca.