La Storia ha lasciato qui un segno molto particolare. Un segno che lega gli abitanti alla Scozia in un modo indissolubile. Ma siamo in Italia.
A volte, quando si studia sui libri, la Storia sembra lontana nel tempo. Lontana al punto tale che non ci tocca e non ci riguarda. Eppure tutto ciò che è successo nel nostro passato e nel passato del mondo ha in qualche modo influenzato il nostro presente.
Oltre alla storia dei grandi re e dei sovrani, ci sono infatti tutte le storie di quelli che erano con loro, intorno a loro, insieme a loro o contro di loro. Ed è proprio la Storia insieme a tante storie che troviamo in questo piccolo borgo che ha un rapporto molto speciale con la terra delle Highlands. Nascosto un po’ alla vista, è un paesino che invece tutti dovrebbero visitare almeno una volta.
Come nasce un borgo, la storia di Gurro
Un po’ nascosto tra le acque del Lago Maggiore e la zona dell’Ossola, nel pieno della Valle Cannobina c’è un paesino all’apparenza uguale a tanti altri paesini di montagna. Si trova molto vicino al confine con la Svizzera ma le influenze più forti non sono quelle che potrebbero provenire da questa area oppure dalla vicina Austria o ancora dalla Germania.
L’aria che si respira a Gurro è infatti un’aria molto più a nord. In questo piccolo borgo, infatti, si è creata una vera e propria bolla. La storia e la casualità hanno portato qui un gruppo di soldati scozzesi al soldo del re Francesco I. Le truppe erano quello che rimaneva dell’esercito del re di Francia nel suo tentativo disperato di resistere a Carlo V. Sorpreso dalla neve, Il Reggimento delle guardie scozzesi che seguiva Francesco I decise di fermarsi.
La strana mistura composta da clima poco gradevole, ambiente roccioso e duro ma insieme molto fertile e adatto al lavoro dei campi sembrò a queste guardie che venivano da un luogo molto simile di essere quasi tornati a casa. E così, questo narra la leggenda, queste guardie scozzesi del 1500 non se ne andarono più e diedero vita a quella che è ora la comunità di Gurro. Una comunità che porta con orgoglio con se la storia e le tradizioni del passato che viene da lontano.
Il lavoro degli studiosi sulla piccola Scozia d’Italia
Il borgo di Gurro potrebbe sembrare un borgo come tanti ma, prima testimonianza della presenza della cultura scozzese, diverse abitazioni sono costruite con facciate tipiche delle antiche abitazioni contadine dell’isola di Gran Bretagna e del nord Europa con il disegno a graticcio.
Un altro segnale che la presenza degli scozzesi è stata forte e duratura in questa area viene poi dalla lingua locale. Nel dialetto di Gurro sono infatti state riscontrate 800 parole che rimandano al gaelico. Terza prova fisica della presenza di persone di origine scozzese in questo borgo viene dai registri parrocchiali.
Ripercorrendo la storia dei matrimoni, dei battesimi e degli altri eventi umani degli abitanti di Gurro non si possono non notare i molti cognomi tipicamente scozzesi che si susseguono e si ripetono. Nel 1973, appurato che gli abitanti di Gurro erano effettivamente discendenti di un clan, in particolare il Clan Gayre, è stato loro consegnato il kilt ufficiale che ora è conservato nel Museo Etnografico della Valle Cannobina.