Hanno ritrovato un importante reperto archeologico romano all’interno di un grande cantiere. Ecco di cosa si tratta.
Negli ultimi tempi, hanno rinvenuto molti reperti risalenti all’impero romano in varie zone d’Italia.
Questi li hanno ritrovati durante lavori di manutenzione di siti archeologici o di costruzione di nuove strade.
Hanno ritrovato un importante reperto archeologico romano in un grande cantiere
Spesso, quando si decide di avviare i lavori di un cantiere vengono valutati attraverso dei parametri se la zona potrebbe essere un sito d’interesse archeologico.
Qualora lo fosse, si effettuano degli scavi preventivi al fine di garantire che non ci siano reperti interessanti e poter poi proseguire con i lavori.
A volte, però, questi reperti emergono quando i lavori sono già avviati e per questo motivo interviene la Soprintendenza con degli esperti archeologi.
Nella Provincia di Lucca, in un grande cantiere edile per i lavori di ristrutturazione che riguarda l’adeguamento di un immobile è stata fatta una scoperta incredibile.
I lavori erano orientati sul restituire e restaurare una struttura che ospiterà gli studenti e i docenti del Liceo delle scienze umane Paladini e dell’Istituto professionale Civitali di Lucca.
Durante le operazioni di recupero, però, hanno ritrovato una strada di epoca tardo antica riferibili agli edifici donati dai Busdraghi alla comunità monacale agostiniana di Santa Maria della Croce.
Questa comunità si stabilì tra il 1331 e il 1334 e quattro camere le utilizzarono come luogo di sepoltura in cui hanno ritrovato resti di suore.
Il ritrovamento è stato fatto grazie alla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Lucca e Massa Carrara.
La parola degli esperti e la ricostruzione della struttura secondo le vecchie carte
Al Palazzo Lucale di Lucca, lo scorso 29 maggio, hanno annunciato le scoperte fatte nel corso di una conferenza stampa.
A questa, ha preso parte il Presidente della Provincia Luca Menesini, il funzionario archeologo della Soprintendenza Neva Chiarenza, e l’architetto Francesca Lazzari.
“I ritrovamenti del Civitali-Paladini arricchiscono il patrimonio archeologico del nostro territorio e permettono di conoscere un passato lontano ma affascinante.”
Queste le parole del Presidente della Provincia, Luca Menesini che ha voluto ringraziare la Soprintendenza e gli archeologi per questa scoperta.
Il presidente ha inoltre affermato che il lavoro di recupero dell’immobile non era facile e i ritrovamenti sono un vero e proprio dono per la cittadinanza.
“I ritrovamenti raccontano storie di altre epoche e di altre genti, che devono appartenere al sapere della città e dei suoi cittadini, ed è per questo importante oggi parlarne anche alla stampa non specializzata. I luoghi non hanno una storia, hanno tante storie e meritano di essere narrate”
La dottoressa Chiarenza, arricchisce le parole del Presidente affermando che l’indagine porta approfondimenti dal punto di vista topografico e storico per la città di Lucca.
Grazie ad un confronto fra i ritrovamenti cartografia storica è stato possibile ricostruire l’aspetto dell’edificio.
Esso presentava un muro di cinta che si articolava intorno alla parte centrale del chiostro che era adornato portici sorretti da colonne.
Centralmente vi era un giardino diviso in quattro parti uguali con delle pergole disposte a croce.
Il pozzo, che nelle carte storiche era segnato all’incrocio dei vialetti dentro al chiostro, lo hanno ritrovato, invece nella zona sudorientale del giardino.
L’ingresso alla struttura, sembra fosse possibile attraverso un passaggio su strada pubblica che era allineato al camminamento centrale del chiostro.