Excalibur, la spada dai poteri straordinari che ha popolato l’immaginazione di molti di noi, potrebbe essere esistita veramente.
Re Artù e i cavalieri della tavola rotonda, una storia dal fascino antico che non muore mai. La fitta trama dei personaggi si è ampliata nel tempo, fino ad incarnare quei valori che nemmeno la modernità o l’innovazione tecnologica riescono ad offuscare.
L’amore, la magia, il coraggio, la cavalleria, la ricerca della verità, la lealtà e la difesa dei più deboli, hanno continuato ad affascinare le generazioni fino ai nostri giorni. Le origini della leggenda paiono risalre al 1136, quando Geoffrey di Monmouth nel suo romanzo “Historia Regum Britanniae”, narrò le gesta del virtuoso Re Artù, già conosciuta nella tradizione orale.
La sua spada, Caliburn, non aveva particolari poteri ed era stata forgiata sull’isola di Avalon. Una ventina di anni dopo, fu il poeta Wace a riprendere l’opera con l’iconica “spada Excalibur”, aggiungendo anche la mitica Tavola rotonda.
Excalibur e la leggenda
Nel 1160, Chrétien de Troyes trasformò il re in un cavaliere e consacrò anche il personaggio di Lancillotto. Verso la fine del secolo, lo scrittore francese Robert de Boron descrisse il momento in cui Artù estrasse la Spada dalla roccia diventando così sovrano.
Da qui in poi ci sono state molte altre modifiche alla storia. Sir Thomas, ad esempio, fece donare Excalibur da una donna, la Dama del Lago. Nonostante le varie versioni un po ‘diverse tra loro, la figura di re Artù e della sua spada, è rimasta sempre viva nei secoli, per cui, secondo alcuni storici, potrebbe esserci un fondo di verità.
Sulla questione ci sono dibattiti in corso. Un documento gallese, che pare risalire al X secolo, sembra registrare la morte di Re Artù a Camlann nel 537, 539 d.C. Alcuni ricercatori hanno iniziato a cercare anche la famosa spada. Si tratta di un team che lavora per una nuova serie TV chiamata “Weird Britain.”
Questa ha l’obiettivo di fare luce su leggende, storie bizzarre, misteri irrisolti, personaggi particolari o tradizioni insolite. Ne fanno parte scienziati, esperti di tecnologia, registi, subacquei ed archeologi e la ricerca ha avuto inizio l’anno scorso in una località della Cornovaglia.
La ricerca
Potrebbe trovarsi a Dozmary Pool, sul confine di Bodmin Moor, oppure nel Cheshire. I ricercatori nutrono forti speranze, anche se, identificare il lago della storia, è un enigma su cui ci sono varie ipotesi da secoli. Per la ricerca subacquea si utilizzano droni sottomarini e ROV, veicoli telecomandati e controllati a distanza da un pilota.
Possono essere collegati a natanti dove viene posizionata un’apposita console di controllo. Nel caso di ritrovamenti il team farà analizzare il reperto a chi ha la giusta competenza come scienziati, esperti di laboratorio o archeologi.