Città fantasma in Italia: questi piccoli borghi sono stati definitivamente abbandonati in seguito a disastri naturali e spopolamento, diventando oggi ghost town.
Se è vero che l’Italia è il Paese dei borghi per eccellenza (ne conta circa 8.000 di piccole realtà), è anche vero che molti di questi, vuoi per cause demografiche e spopolamento, vuoi per eventi naturali, vengano abbandonati.
Si stima che siano almeno 1.000 le cittadine che oggi risultano abbandonate a sé stesse, città fantasma che si sono lasciate alle spalle la vita vivace che un tempo scorreva tra le loro mura.
Di alcuni non resta che un mucchio di ruderi, di altri macerie, di altri ancora erbacce che hanno praticamente inghiottito tutto. Tra le 1.000 cittadine abbandonati in Italia, queste 10 sono, forse, le ghost town più suggestive in assoluto.
A circa 400 metri sul livello del mare, quella di Craco è forse una delle più significative ghost town d’Italia. Negli anni Sessanta il borgo è stato vittima di una terribile frana che ha distrutto parte dell’abitato e spinto gran parte degli abitanti, ovviamente, a trasferirsi.
Dopo i lavori di ricostruzione, oggi nella parte rinvenuta della città vivono circa 700 persone. Proprio qui sono state girate alcune scene di pellicole internazionali come La Passione di Cristo e 007 Quantum of Solace.
Oggi Roghudi Vecchio se ne sta in disparte, su uno sperone roccioso, poco lontano dal borgo nuovo tuttora abitato. Le 1650 persone che ospitava fino agli anni Settanta furono costrette a spostarsi a causa di ben due alluvioni. Anche ai tempi in cui era popolato, tuttavia, si mostrava come un paese poco sicuro e situato in una posizione pericolante a causa dei dirupi e degli aspri crepacci di cui il terreno è caratterizzato.
Nel 1783 Pentedattilo fu colpito da un terremoto. Da allora la popolazione iniziò a spostarsi verso la città, fino a quando nel Novecento di abitanti non ne rimase nemmeno uno. La storia di questo paese non fu mai delle più rosee.
Basti pensare che già nel 1686 proprio qui si era scatenata una sanguinosa battaglia tra le famiglie nobili che condusse alla cosiddetta Strage degli Alberti. Si dice che tra le mura del borgo abbandonato si aggirino ancora i fantasmi delle persone che persero la vita in quello scontro.
In questo paesino in provincia di Salerno il tempo pare abbia smesso di scorrere da quel giorno del 1980, quando un terremoto obbligò gli abitanti a trasferirsi in una cittadina vicina a circa 2 chilometri di distanza dal luogo dove avevano trascorso tutta la loro vita.
Prima del terremoto, tuttavia, i cittadini avevano già dovuto fare i conti con pestilenze, brigantaggio e carestie, tutti eventi poco felici che hanno caratterizzato da sempre la storia di questo posto.
Sempre una storia di terremoti è quella che ha segnato il destino di Poggioreale. Qui il 14 gennaio del 1968 la terra ha tremato così forte da causare la distruzione di moltissimi paesi della Valle del Belice, in Sicilia Occidentale. Poggioreale fu uno di quelli che il sisma rase al suolo insieme a Gibellina, Montevago e Salaparuta.
Oggi di Poggioreale non restano che le macerie e alcuni edifici ancora in piedi, nonostante tutto.
Questo piccolo villaggio si trovava nella Valgrisenche sulle sponde del lago Beauregard. Negli anni Sessanta proprio qui fu costruita una diga per la produzione dell’energia elettrica. Purtroppo, però, l’acqua contenuta traboccò e sommerse completamente la frazione di Fornet.
A poca distanza da Firenze, sugli Appennini Tosco-Emiliani si trova Castiglioncello, un borgo fortificato sorto nel Trecento. Il suo spopolamento, a differenza di altri borghi, non si deve a catastrofi naturali, ma a problemi legati ai servizi.
Nel corso dell’Ottocento la cittadina venne tagliata fuori dalle principali vie di comunicazione: non esistevano ponti che la connettessero con il resto del territorio e non arrivava neppure l’elettricità. Tutto questo portò nel 1962 a rendere questa cittadina un borgo fantasma.
Questo bellissimo paesello nel cuore della Marsica fu quasi completamente distrutto dal tremendo terremoto di magnitudo 7 che colpì la zona il 13 gennaio del 1915. Il sisma causò 30 mila morti e distrusse gran parte del borgo. Nonostante i lavori di ricostruzione che in parte rimisero in piedi Sperone, il paesino iniziò via via a svuotarsi.
Nato su uno sperone roccioso, Rocchetta Alta fu vittima più volte di terremoti e frane, vista la sua posizione. Nel 1944 i bombardamenti della Guerra hanno dato il colpo di grazia, anche se parte del borgo è stata oggi ricostruita e ospita ancora qualche abitante.
Questo era un fiorente borgo agricolo, a due passi delle cascate dell’Acquafraggia, in Valchiavenna. A 932 metri d’altezza, Savogno fu abbandonato definitivamente nel 1968, quando gli abitanti sentirono il bisogno di trasferirsi in città, più a valle, per una vita con più comodità.
Qualche residente, però, ogni anno in estate torna in paese, e tanti turisti scelgono questo posto come punto di partenza per le proprie escursioni in natura.
Gairo Vecchio è il borgo fantasma più noto della Sardegna. La sua triste storia è legata alla grave alluvione avvenuta nel 1963 che causò l’abbandono della città. I sopravvissuti a quella strage naturale si spostarono infatti in una piccola frazione vicina, chiamata Cardedu. Di Gairo Vecchio oggi non restano che i ruderi degli edifici, inghiottiti dalla vegetazione.
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