Viaggiare permette di fare esperienze indimenticabili, ma perché siano sempre e soltanto ricordi piacevoli è bene partire dopo aver acquisito la consapevolezza di quelli che sono i possibili rischi incontro ai quali si può incorrere, non di meno anche a livello di salute. Ci sono, infatti, mete che non sono prive di pericoli per la salute. Alcuni viaggi espongono i turisti a malattie come: tifo, malaria o febbre gialla. Per evitare conseguenze spiacevoli, è meglio essere informati su quali sono le attenzioni da tenere e quali le regole per la prevenzione.
A correre in aiuto dei viaggiatori è proprio l’Istituto Superiore della Sanità, ISS, che ha specificato i vari casi di rischio, la sintomatologia e i comportamenti da tenere per evitare pericoli.
La malaria è una delle malattie alle quali bisogna assolutamente prestare attenzione, si può contrarre attraversa la puntura di una zanzara e continua a rappresentare una situazione allarmante in alcuni Paesi, mentre in Italia è stata debellata già dagli anni ’50. Seppure anche in seguito si sono registrati casi anche nella nostra Penisola, si sarebbe trattato sempre di situazioni isolate legate a viaggi all’estero.
È ancora presente in Africa diverse regioni tropicali: Asia, America centrale e meridionale, Haiti, Repubblica Dominicana, in alcune parti del Medio oriente e in alcune isole del Pacifico. I sintomi di questa malattia vanno dalla febbre al vomito alla cefalea, mentre il periodo di incubazione può andare dai 7 ai 30 giorni dopo la puntura di zanzara. Nel caso in cui si dovesse decidere di raggiungere Paesi a rischio l’ISS consiglia farmaci anti-malaria prima di partire, ma anche di utilizzare un abbigliamento idoneo, l’uso di repellenti o zanzariere.
Il tifo è un’altra malattia che di può contrarre in un viaggio, appartiene al ceppo della Salmonella e viene trasmesso in via diretta, con le feci, o indiretta con ingestione di cibi e bevande contaminate. I maggiori rischi di contrarla sono in zone di maggior degrado ambientale: Africa settentrionale, il Perù e l’Asia meridionale; e i sintomi si presentano da una a tre settimane dopo il contagio, con febbre alta, mal di testa, esantema papuloso e ingrossamento di milza e fegato. Anche in questo caso è opportuno adottare misure preventive che possono essere evitare alcuni cibi, soprattutto se crudi e l’utilizzo dell’acqua come bevanda solo dopo ebollizione. Per una maggiore sicurezza, chi intende affrontare un viaggio in uno dei Paesi a rischio può sottoporsi a vaccino.
Il virus Zika è una malattia che viene trasmessa dalla zanzara tigre, porta febbre, eruzioni cutanee soprattutto maculo-papulari, dolori articolari e congiuntivite che compaiono pochi giorni dopo la puntura e hanno una durata ridotta. I timori sono, piuttosto, legati all’eventualità che a contrarre questa malattia sia una donna in gravidanza, in quanto viene trasmessa al feto e può avere conseguenze come la microcefalia o altre malformazioni congenite. In questo caso non ci sono misure preventive, l’unica cosa che si può fare è proteggersi per evitare di essere punti.
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