Questa giovane freelencer viaggia non-stop per 18 mesi ed ecco quali sono le 4 lezioni che ha imparato sulla felicità. Cosa insegna viaggiare, una lezione che magari vi servirà come ispirazione.
Lo sviluppo personale di questa giovane lavoratrice che sta ispirando tantissime persone mentre viaggia in giro per il mondo.
Viaggiare può essere visto da vari punti di vista. C’è ad esempio il punto di vista pratico, che ci fornisce consigli essenziali per viaggiare con i bambini quest’estate. Ma i viaggi sono delle vere e proprie esperienze di vita che ci cambiano anche a livello emotivo, ci fanno maturare e ci trasformano inevitabilmente. Viaggiare piace generalmente a tutti, ma in un’epoca dove esplorare il mondo sembrerebbe essere alla portata di mano, dobbiamo invece evidenziare come farlo sia ancora un privilegio.
Descritta come un’attività fattibile per tutti, in realtà bisogna fare i conti con il fatto che chi non ha le disponibilità di economiche o ha una vita piena di sfide di altro tipo potrebbe non poter viaggiare. Quindi, tutte le volte che ci troviamo di fronte a notizie di influencer che girano il mondo, dobbiamo sempre tenere conto che si tratti di persone generalmente privilegiate e solo di una piccola parte della popolazione. Non è detto che si trovi la felicità viaggiando: la si può trovare soggettivamente, in altre attività appaganti. Questa giovane freelencer, appassionata di viaggi, ha voluto condividere 4 lezioni che ha imparato sulla felicità, dopo aver viaggiato non-stop per 18 mesi.
Questa giovane freelencer ha trascorso 18 mesi in viaggio girando ben 18 Paesi tra Sud America e Asia. È arrivata a spendere ben 34.000 dollari, una cifra che naturalmente non è alla portata di tutti. Al suo ritorno, ha rivelato di aver dovuto affrontare numerose sfide nell’arco della sua vita, tra le quali un mercato del lavoro difficile e un futuro incerto. E ha voluto condividere con gli utenti della rete 4 lezioni che ha imparato sulla felicità e che potrebbero ispirarvi.
Innanzitutto, la giovane ha sottolineato l’importanza dell’equilibrio. Infatti la felicità non deriverebbe dagli estremi, ma da un equilibrio tra avventura, riposo, produttività e apprendimento. E poi bisogna tenere in mente altri valori come la prospettiva e la gratitudine. Viaggiare in Paesi poveri, infatti, le avrebbe fatto comprendere i privilegi della sua vita, riducendo il sentimento di inadeguatezza che aveva spesso provato. E poi ci sono la flessibilità e la qualità della vita. La giovane, che ha trascorso molto tempo a Bali, ha compreso che il benessere sarebbe più importante del prestigio lavorativo: di conseguenza preferisce avere un lavoro flessibile che una carriera di prestigio. Infine l’autenticità, dando priorità alle proprie esigenze.
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