È uno dei rettili più rari della Terra, fortemente minacciato dal pericolo dell’estinzione. Oggi, però, grazie ad alcuni progetti volti alla sua salvaguardia, potrebbe finalmente essere libero da qualsiasi pericolo.
In Cambogia, nel bel mezzo della natura delle Cardamom Mountains, è tornato uno dei rettili più rari della Terra.
Questa specie un tempo era molto comune in tutto il sud est asiatico, ma a causa della caccia da parte dell’uomo, interessato alla sua pelle e alla sua carne, si credeva estinta già dagli anni Novanta.
L’Unione internazionale per la conservazione della natura ha inserito questa specie tra quelle fortemente a rischio estinzione. Oggi, però, uno spiraglio di luce illumina il destino di questo splendido animale rarissimo da trovare.
Parliamo del coccodrillo siamese, un rettile che può raggiungere anche i tre metri di lunghezza e che negli ultimi anni era presente solo in poco più di un centinaio di individui in totale.
La popolazione cambogiana ha però combattuto per proteggere questi esemplari, considerati sacri, dai bracconieri e oggi per loro c’è forse una speranza.
Gli ambientalisti lo scorso 2022 hanno reintrodotto in natura alcuni coccodrilli siamesi, grazie al programma Cambogia di una delle organizzazioni no profit che si occupano di reintroduzione di animali, Fauna and Flora International.
Il coccodrillo siamese, insieme ad altre sette specie di coccodrilli in tutto il mondo, è minacciato dal pericolo di estinzione.
Questa terribile minaccia ha iniziato a farsi strada nella storia di questo esemplare raro quando la richiesta di pelle e carne di coccodrillo è diventata praticamente insostenibile.
Moltissimi esemplari furono strappati via dal loro stato selvatico naturale e furono trasformati in animali da allevamento. Basti pensare che già nel 2010 in Cambogia esistevano ben 900 fattorie che allevavano circa 250 mila coccodrilli.
Per fortuna le mode cambiano in modo relativamente veloce e la pelle di coccodrillo non è più a oggi così richiesta.
Molti allevatori quindi hanno deciso di vendere le proprie fattorie da allevamento per dedicarsi ad altro. C’è chi ha anche pensato di liberare i coccodrilli dalle fattorie, ma questo sarebbe un gravissimo errore.
Gran parte dei coccodrilli utilizzati negli allevamenti infatti erano frutto di incroci con coccodrilli d’acqua salata e con altri esemplari cubani. A causa di questa ibridazione genetica, i coccodrilli siamesi in questione sono piuttosto timidi e quindi molto aggressivi.
La Fauna and Fora International ha a questo proposito deciso di gestire un piccolo allevamento volto alla reintroduzione di questi animali nei pressi di Phnom Penh. Tuttavia, si tratta di un processo molto lungo che a oggi ha visto la liberazione di solo poco più di cento coccodrilli nelle Cardamom Mountains.
I ricercatori cambogiani hanno anche escogitato un altro metodo per identificare gli esemplari geneticamente più puri e quindi più idonei alla liberazione. Tramite il test del DNA infatti il loro lavoro è stato di gran lunga semplificato.
Gli esperti hanno poi dotato ogni coccodrillo rilasciato di localizzatori satellitari così da poter essere monitorato nei suoi sposamenti e quindi protetto al meglio.
Agli inizi del 2022 nella riserva naturale di Siem Pang, a nord della Cambogia, il gruppo Rising Phoenix, ha rilasciato altri 15 coccodrilli siamesi, seppur con non poche difficoltà.
Molti abitanti residenti nei pressi della zona erano infatti piuttosto scettici e preoccupati all’idea di vivere a due passi da questi grandi predatori ai quali non erano più abituati.
Tuttavia, dopo mesi di informazione e sensibilizzazione, ogni paura è stata finalmente placata. I coccodrilli sono stati reinseriti in una palude, liberi di nuotare e di vivere.
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