Trovate tracce di alcuni virus pandemici che arrivano dal passato in alcuni ghiacciai dell’Antartide, e potrebbero causare nuove pandemie.
Lo scioglimento dei ghiacciai ha portato a conoscenza degli scienziati le malattie del passato. I campioni estratti hanno mostrato una diminuzione della CO2 in relazione con le epidemie che si ebbero in relazione ai contatti tra i nativi americani e gli europei.
Questo accadde del periodo compreso tra il XVI e il XVII secolo. La pandemia del 2019 ha lasciato strascichi non indifferenti nelle persone. Ognuno di noi ha reagito, sicuramente, a modo proprio, ma gli esperti ci dicono che il rischio di una nuova pandemia non è da prendere alla leggera.
I ricercatori hanno ritrovato la presenza di ben 12 virus che hanno 15mila anni. E di questi, gli scienziati non conoscono nulla. Ciò che preoccupa è che potrebbero prosperare in ambienti diversi se esposti a certe temperature.
I ricercatori hanno affermato che questi virus provengono, forse, dal suolo o dalle piante “e facilitano l’acquisizione di nutrienti da parte dei loro ospiti”. Lo scioglimento dei ghiacciai potrebbe, quindi, portare in superficie nuovi virus sconosciuti con il conseguente pericolo.
Le zone a rischio sono l’Antartide, per il 90% e la Groenlandia per il restante 10%. E, sempre secondo gli scienziati, i “maggiori pericoli” si concentrano proprio nel permafrost della Groenlandia. Tutto questo è il risultato dello studio pubblicato sulla rivista Nature Communications e guidato dal British Antarctic Survey.
I ricercatori, dopo aver trovato due carote estratte dal ghiacciaio antartico, hanno potuto vedere che in una c’è stata una diminuzione brusca dei livelli di CO2 nell’atmosfera. Il punto più basso è stato raggiunto nel 1610.
L’altra carota ha portato alla luce un declino più graduale, risalente all’incirca, al XVII secolo. Dopo aver ritrovato una terza carota estratta tra il 2018 e il 2019 nell’Antartide occidentale, si è visto che i livelli di CO2 sono diminuiti tra il 1516 e il 1560.
Questo “corrobora gli scenari di riorganizzazione su larga scala dell’uso del territorio nelle Americhe in seguito al contatto tra Nuovo e Vecchio Mondo”. Lo scioglimento dei ghiacciai è sotto continua osservazione da molto tempo.
Gli scienziati controllano di continuo sia il mare che la terra per verificare la presenza di microalghe, ma anche di virus e batteri. Tutto ciò che viene raccolto viene in seguito portato in laboratorio, analizzato e catalogato.
E, i ricercatori hanno “l’intenzione di riportare allo stato vitale microrganismi per studiarli meglio”. Il tutto per riuscire a comprendere e approfondire i motivi che hanno portato ai cambiamenti climatici oramai in atto da diversi anni.
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