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FOTO DI ALESSANDRO BONVINI
L’arrivo degli antichi Greci nell’Italia meridionale, risale all’ VIII secolo a.C.. Puglia, Campania, Calabria e Sicilia costituirono il territorio della cosiddetta Magna Grecia. I Greci costruirono meravigliose città, un’infinità di templi, edifici sacri, necropoli, e il fatto incredibile è che ancora oggi, a distanza di centinaia di anni, molte di queste strutture sono ancora esistenti, alcune anche in buone condizioni. Grazie a importanti scavi archeologici alcune città sono state riportate quasi completamente alla luce e i reperti sono attualmente conservati nei vari musei dislocati sul territorio. Avventuratevi con noi nel profondo sud d’Italia, alla scoperta delle sue origini antichissime.[/multipage]
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I Greci in Calabria
La Calabria, considerate le molteplici colonizzazioni che ha dovuto subire nel corso della storia, è una terra preziosa dal punto di vista archeologico. Tra le testimonianze più recenti della Magna Grecia, troviamo la Domus di Copia, custodita all’interno del Parco Archeologico di Sibari. Di notevole importanza sono le Mura Greche di Hipponion: attualmente è visibile un tratto lungo circa 500 metri, ovvero quello che racchiudeva l’antica Hipponion a nord-est. A Locri invece, si trova il Santuario di Afrodite, che presenta evidenze archeologiche risalenti al VII e VI secolo a.C.. Ma la vera punta di diamante dell’archeologia in Calabria si trova sul promontorio di Capo Colonna, chiamato dagli antichi Greci Lakinion Akron: stiamo parlando del Santuario di Hera Lacinia, certamente il più famoso della Magna Grecia. Infine, nel tessuto territoriale calabrese, troviamo il Teatro Greco dell’antica Locri Epizefiri, risalente al IV secolo a.C.: attualmente è uno dei meglio conservati di tutta l’Italia meridionale.[/multipage]
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I Greci in Campania
In Campania, il principale insediamento della Magna Grecia fu Pestum, situata sul litorale tirrenico, a sud di Salerno. Intorno al 600 a.C., alcuni coloni greci provenienti da Sibari, fondarono da queste parti una città, che prese il nome di Posidonia e costruirono, vicino alla foce del fiume Sele, l’imponente santuario di Era, uno dei più importanti santuari greci in Italia, ancora oggi ammirabile in alcune sue parti. Fu successivamente conquistata dai Lucani e poi i romani, che vi stabilirono una propria colonia, cambiando il nome della città con quello attuale. In età imperiale Paestum venne gradualmente abbandonata, per via dell’impaludamento della zona. Oggi, si conosce l’intera estensione di Pestum, tuttavia è stata solo parzialmente riportata alla luce, grazie agli scavi archeologici. Nella morfologia architettonica della città le parti elleniche si mescolano magicamente con quelle romaniche. Nella zona a sud, il grande santuario urbano di Era, risalente al 540 ca. a.C., e quello chiamato ‘di Nettuno’, del 460 a.C., insieme a quello di Atena, costituiscono un complesso incredibilmente prezioso, anche per l’ottimo stato di conservazione degli edifici, considerati tra i migliori dell’ordine dorico in Occidente. A ovest invece, sono stati portati alla luce vari isolati dell’impianto ortogonale, con abitazioni di epoca ellenistico-romana. Tutta l’area archeologica è stata inserita nell’elenco dei Patrimoni dell’Umanità dall’UNESCO.
Infine, sul territorio campano, si trova il Museo archeologico nazionale di Paestum. Fondato nel 1952, è inserito in un edificio moderno, costruito nei pressi della città antica. Il Museo espone reperti datati dal VII secolo a.C. al VII secolo d.C.: è possibile scoprire aspetti della vita quotidiana e di quella artigianale appartenuti alla città greca. Tra i reperti più preziosi, spiccano le sculture del Tesoro del santuario di Era.[/multipage]
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I Greci in Puglia
Taranto è stata l’antica capitale della Magna Grecia, la perla dello Ionio, che ancora oggi cattura il visitatore per il suo fascino unico, in bilico tra antichità e modernità. Molti dei resti dell’epoca ellenica sono custoditi al Marta, il Museo Nazionale Archeologico di Taranto: istituito nel 1887, è considerato uno dei più importanti d’Italia. Il Museo originariamente occupava soltanto l’ex Convento dei Frati Alcantarini, costruito a metà del XVIII secolo, nei secoli successivi ha subito diverse opere di ampliamento e ristrutturazioni, l’ultima delle quali risale al 2007. Da allora è visitabile esclusivamente il primo piano, dove si possono ammirare preziosi reperti provenienti dalla necropoli del IV e III secolo a.C.. Nella città di Taranto vi è un’altra importante testimonianza dell’epoca greca: il Tempio di Poseidone, il tempio più antico della Magna Grecia, nonché l’unico luogo di culto greco ancora visitabile nella città. Attualmente sono rimaste soltanto due colonne di ordine dorico, più una base con 3 tamburi, tutto il resto è andato distrutto. Sono alte ciascuna 8,47 metri, con un diametro di 2,05 metri e un interasse di 3,72 metri.[/multipage]
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I Greci in Sicilia
FOTO DE IL TURISTA INFORMATO
In Sicilia, nel corso della dominazione ellenica, sono stati costruiti moltissimi edifici religiosi, la maggior parte dei quali sono racchiusi nella celebre Valle dei Templi, di Agrigento, la più potente testimonianza della Magna Grecia in Trinacria. Per il suo immenso valore storico e architettonico, nel 1997, è stata inserita nell’elenco dei Patrimoni dell’Umanità dall’UNESCO. E’ custodita all’interno del parco archeologico più esteso del mondo: circa 1300 ettari. La Valle dei Templi racchiude dieci templi dorici, tre santuari e diverse necropoli. Tra i templi, uno dei più importanti è senz’altro il Tempio della Concordia, costruito nel 430 a.C., nell’antica città greca di Akragas. Sul punto più alto della collina si trova il Tempio di Giunone; del Tempio di Eracle sono rimaste soltanto otto colonne, in seguito a un potente terremoto; poi ci sono il Tempio di Castore e Polluce, il Tempio di Zeus, il Tempio di Vulcano (di cui sono rimasti pochissimi elementi), il Tempio di Vulcano e il Tempio di Esculapio.
La Sicilia custodisce un’altra preziosa testimonianza del mondo greco, Selinunte. Si tratta di una città situata sulla costa sud-occidentale dell’isola. Oggi, tutte le parti rimanenti si trovano all’interno di un parco archeologico di circa 40 ettari. Qui si possono ammirare resti di templi e di alcuni edifici secondari, tuttavia molte parti sono rimaste danneggiate in seguito a forti sismi, in epoca medievale. Grazie ad alcuni interventi di restauro è stato possibile recuperare quasi integralmente il Tempio E (il Tempio di Hera), e i lati lunghi del Tempio C. Nel Museo Nazionale Archeologico di Palermo è possibile ammirare le sculture ritrovate negli scavi di Selinunte.[/multipage]
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