Tafraoute, un luogo incantevole, per niente gettonato dal turismo di massa, situato in Marocco. Una meta per pochi ma che riserva emozioni da portare per sempre nel cuore.
Cosa vi viene in mente se pensate a una vacanza in Marocco? Siamo sicuri che il primo pensiero andrà alla storia e alla dinamicità della suggestiva Marrakech. Che dire della magnificenza della capitale, la rinomata Casablanca? In molti percorrono migliaia di chilometri solo per visitare Chefchaouen, la suggestiva Città Blu, chiamata così per via della tipica colorazione azzurra delle anitazioni.
Eppure esiste un luogo sconosciuto all’orda dei turisti di massa, un piccolo centro di nome Tafraoute. La sua bellezza vi lascerà senza fiato. Scopriamo quali sono le caratteristiche che lo rendono unico.
Posizionata a sud del Marocco, la cittadina di Tafraoute conta circa 5mila anime. É un centro piccolissimo. É incastonata in una vallata, ai piedi del monte Djebel Lkest nella catena delle Anti Atlante.
Si vive perlopiù di agricoltura. Solo recentemente si sta aprendo al turismo. L’alta stagione cade tra i mesi di ottobre e marzo, quando le temperature normalmente afose tendono a diminuire. La gente ha così l’opportunità di fare escursioni nei villaggi circostanti in un clima più piacevole. Il costo della vita è molto economico. Si riesce a soggiornare addirittura spendendo solo 5 euro al dì. Si mangia per molto meno, sborsando solo 2 o 3 euro.
Non vi sono molte strutture alberghiere, tuttavia è possibile trovare anche location abbastanza lussuose. Per gli interessati agli usi e costumi locali, sarà interessante visitare il mercato permanente. Tuttavia, è la domenica il giorno dedicato al mercato più grande, con incuirsioni dalle popolazioni dei villaggi vicini.
Le agenzie di viaggio più preparate sapranno fornirvi una guida per escursionie gite a Tafreoute.
Tra le attrazioni che vi consigliamo di non perdere vi sono le famose “rocce dipinte” (Vedi prima foto in alto). Si tratta di un’opera d’arte abbastanza recente (risale a meno di 40 anni fa, 1984), realizzata da Jean Verane, scultore belga, che ha usato bel 18 tonnellate di vernice per dipingere alcune rocce della zona, riprendendo lo stile di una sua opera precedente, ossia “il deserto blu del Sinai”.
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