Strani rifiuti nelle spiagge pugliesi stanno nelle ultime settimane attirando l’attenzione dei media. La loro provenienza e la loro presenza sono ancora un mistero.
Tra le regioni costiere più belle di tutta Italia non può mancare all’appello la Puglia. Negli anni passati (nel 2014 per la precisione) questa perla tutta italiana è persino entrata a far parte delle migliori 21 destinazioni da raggiungere consigliate dal National Geographic, apparendo in quarta posizione.
Eppure negli ultimi tempi questa regione sta combattendo una strana battaglia contro l’inquinamento sulle spiagge.
Decine e decine di barattoli di ketchup, rossi, senza etichetta e con il numero 57 in rilievo ben visibile sulla confezione. Da settimane è impossibile non notare questi rifiuti che giacciono inspiegabilmente sulle spiagge del litorale adriatico da Brindisi a Lecce.
Si tratta di prodotti americani non commercializzati né in Italia né in Europa che in moltissimi stanno cercando di capire da dove possano provenire e perché.
Insieme a questi, i passanti hanno ritrovato anche barattoli di maionese e senape, confezioni di corn flakes e patatine, detersivi e schiume da barba, e dolcetti confezionati, tutti aventi il codice a barre americano.
La cosa strana è che non tutti i prodotti sono vuoti o scaduti: molti infatti sono ancora sigillati nel loro packaging originale.
Di questo caso misteriosi si sta occupando Enzo Suma, una guida naturalistica che ha dato vita al progetto Archeoplastica. L’iniziativa ha l’obiettivo di raccogliere oggetti di plastica risalenti fino a sessanta anni fa e di sensibilizzare sull’utilizzo consapevole e il riciclo della plastica.
Oltre a questo, Suma studia anche tutte le informazioni relative a un prodotto come quelle presenti sulle etichette o il codice a barre per risalire alla loro storia, anno di produzione e provenienza compresi.
Archeolpastica ha passato a setaccio anche tutti i reperti ritrovati sulle spiagge pugliesi, ma in questo caso la questione sembrerebbe più complicata del solito. Non si è ancora infatti riusciti a trovare una spiegazione logica a questo strano fenomeno.
Nel frattempo però il popolo del web ha avanzato diverse ipotesi in seguito alla pubblicazione di un video nel quale Suma mostrava i barattoli ritrovati più recentemente.
Le teorie sono sostanzialmente tre:
In ogni caso, non abbiamo ancora una spiegazione capace di stabilire con certezza le cause di questi ritrovamenti.
Lo stesso Suma vede queste scoperte come piuttosto strane. A suo dire, infatti, è molto probabile trovare rifiuti sulle coste pugliesi provenienti da Albania, Grecia e Turchia. Ma l’origine americana è ad oggi proprio inspiegabile.
Nel frattempo con i suoi video e i suoi post sui social, con il progetto Archeoplastica Suma cerca di far capire alle persone la gravità del problema dell’inquinamento da plastica nei mari.
Anche diverse altre associazioni stanno negli ultimi anni sempre più organizzando appuntamenti di pulizia delle spiagge nel corso dei quali, insieme a moltissimi volontari, vengono ripuliti i litorali dai rifiuti.
Intanto ciascuno di noi può fare nel suo piccolo la differenza, seguendo delle semplici regole comportamentali per salvaguardare non solo le nostre spiagge e i nostri mari, ma l’intero pianeta.
Raccogliere i rifiuti non appena se ne avvista qualcuno in spiaggia, per esempio, è la prima buona norma da seguire per combattere l’inquinamento.
Bisognerebbe poi sempre optare per l’acquisto di prodotti sostenibili e a impatto zero che non danneggino l’ambiente e la fauna che custodisce, come per esempio detergenti ecologici o creme solari biodegradabili.
Infine non bisognerebbe mai scegliere di utilizzare prodotti in plastica monouso come bottiglie, piatti, bicchieri o cannucce. É sempre meglio prediligere oggetti riutilizzabili come borracce e stoviglie portatili.
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