Un nuovo traguardo archeologico, un rinvenimento importantissimo. Una sorprendente scoperta che arriva dal Mar Rosso, scopriamo insieme che si tratta.
Arriva da una zona davvero molto importante, già nota per la sua ricca storia e cultura, per i numerosi siti storici e monumenti che risalgono a periodi antichi. Parliamo di un ritrovamento molto importante che, sperano gli studiosi, potrebbe aiutare a mettere un nuovo tassello sulla vita di un personaggio storico. Il suo passato è infatti ancora oggi avvolto nel mistero. Ve lo raccontiamo oggi.
Ogni giorno da tutto il mondo arrivano notizie relative a nuove entusiasmanti scoperte archeologiche. I popoli e le antiche civiltà del passato non smettono ancora oggi di svelarsi e chissà lì fuori quanto altro ancora abbiamo da ritrovare. Soprattutto per mettere insieme sempre più nuove informazioni sui nostri predecessori.
La sorprendente scoperta di cui parliamo oggi arriva da lontano e riguarda una civiltà antichissima, quella babilonese. Un impero il loro, tra i più grandi ed influenti la cui storia si è estesa per oltre un millennio. Soprattutto una civiltà che ha lasciato una incredibile eredità culturale, ma soprattutto giuridica duratura. Fondamentale in questo, il leggendario Codice di Hammurabi, che ha influenzato la legge in tutto il mondo antico e anche nel diritto moderno.
Archeologi e studiosi di tutto il mondo ancora oggi sono impegnati ed affascinati dalla loro scrittura, grazie negli anni ai numerosi reperti recuperati, utili a ricostruire i celebri caratteri cuneiformi. Simboli impressi su tavole di argilla, un modo di comunicare il loro, considerato molto sofisticato ed articolato in circa 600 simboli che andavano ad indicare oggetti, sillabe, parole.
Lo studio di questa scrittura è da sempre molto importante poiché è ormai certo abbia influenzato anche la nascita di altre forme di comunicazioni dell’antichità e di altre vicine civiltà. La si può definire una sorta di chiave di volta interpretativa di questa ed altre culture mesopotamiche.
In questo senso questo reperto recuperato nelle zone del Mar Rosso è davvero molto importante. Dove ci troviamo però esattamente? E di cosa si tratta?
La sorprendente scoperta arriva da lontano, precisamente nella regione di Ha’il, in antichità nota come Fadak. Capoluogo della provincia di Najd, in Arabia Saudita ed uno dei principali centri amministrativi e commerciali del paese. Un luogo dalle origini molto antiche, in passato un vero punto di snodo per le attività commerciali ed agricole.
Naturalmente territorio assai ricco di storia e cultura e difatti negli anni vi sono stati recuperati diversi reperti storici e sede della antica fortezza di Qishlah.
Ad emergere questa volta è un petroglifo. Si tratta di una pietra in basalto. Non un petroglifo qualsiasi, ma raffigurante il misterioso sovrano Nabonedo o Nabonide, considerato ultimo re di Babilonia.
Dalle prime analisi si potrebbe collocare come risalente al VI secolo a.C. e udite udite, potrebbe anche trattarsi del più lungo testo di scrittura cuneiforme. Ebbene sembra che conti ben 26 righe! Dai racconti degli esperti è subito individuabile Nabonedo con un scettro, e poi simboli indicanti il sole, un serpente, anche la luna crescente, chiaramente riferimenti alle divinità Mesopotamiche.
Forse riferimenti a Shamash, Ishatar e Sin. La figura di Nabonedo è una di quelle che più interessano gli studiosi perché ancora oggi avvolta da una fitta coltre di mistero. Sappiamo che regnò dal 556 al 539 a.C. e che grazie a lui vennero conquistate diverse zone dell’Arabia Saudita. Quello che non è chiaro è cosa accadde nel momento in cui nominò il figlio Belshazzar suo successore. Pare infatti che da quel momento il sovrano si ritirò nell’antica Tayma.
Forse in esilio? E se sì per quale motivo? Gli storici ritengono potrebbe essere stato vittima di un colpo di stato a a causa della sua politica religiosa. Questo e molti altri avvenimenti nella vita del Re sono ancora oggetto di speculazioni. In questa ottica dunque il rinvenimento del petroglifo potrebbe rappresentare una svolta: si spera possa svelare dei dettagli in più su Nabonide, ma anche su questa antica e affascinante civiltà che può ancora rivelare molto della sua storia.
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