Hanno fatto una scoperta sensazione in Arabia Saudita, tra cui un ritrovamento di un’antica iscrizione. Ecco il suo significato.
Fondato nel 1932, il Regno dell’Arabia Saudita, è ad oggi il secondo stato più ricco al mondo per via delle riserve di petrolio che presenta questo Stato che ne ha fatto il 95% delle sue attività commerciali.
Grazie a questo dato, il territorio quasi completamente desertico ha avuto modo di crescere e di diventare da uno dei posti più sottosviluppati del mondo, ad uno dei più ricchi e moderni, grazie anche alla creazione di uno Stato Sociale.
Insieme al Vaticano, è uno dei sue stati al mondo che non presenta un Parlamento, in quanto si tratta di uno Stato Sovrano dove è presente una Monarchia Islamica di tipo assoluto, il cui re attualmente è Salmān bin ʿAbd al-ʿAzīz Āl Saʿūd.
In questo Stato, sono presenti diverse etnie che discendono da popolazioni turche, iraniane, indonesiane, africane che si sono insediate nel corso degli anni lungo il litorale del Mar Rosso.
Per questo motivo, è possibile trovare la presenza di arabi delle Nazioni confinanti che hanno deciso di lavorare in Arabia Saudita come anche molti asiatici provenienti dall’Indonesia e dalle Filippine.
Le città principali di questa Nazione sono Riad, che ne è anche il Capoluogo, La Mecca, Gedda e Quatif, e fino al 2019 il turismo in questa Nazione era del tipi religioso in quanto i turisti per la maggiore si recano a La Mecca o a Medina.
Proprio per via della contaminazione di tutte queste etnie, nel corso degli anni sono stati rinvenuti manufatti preziosi che hanno creato una storia di questo giovane Stato e dare una costruzione dettagliata sulla sua storia.
Recentemente, nel sito di Al Ukhdud, sono stati rivenuti alcuni oggetti tra cui una testa di toro in bronzo, tre anelli d’oro e un’iscrizioni i cui caratteri risalgono alla scrittura Musnad, utilizzata nell’Arabia meridionale preislamica.
Gli anelli, presentano i lobi a forma di farfalla mentre la testa di toro in bronzo sembra voler simboleggiare il potere e la divinità oltre che saggezza e fertilità, mentre la scritta ha una storia ben precisa.
Lunga circa sette piedi e mezzo, racconta la vita di un portatore d’acqua che viveva nel luogo del ritrovamento, il cui nome corrisponde a Wahib Eil bin Magan e l’artefatto sembra risalire al III secolo a.C.
Hanno annunciato il ritrovamento di questi oggetti su Twitter da parte della Commissione per il Patrimonio del Paese che ha affermato che questi ritrovamenti fanno luce su una cultura che è stata presente nelle civiltà che hanno preceduto l’Arabia Saudita.
Attualmente, l’iscrizione è considerata una delle più lunghe che abbiano mai ritrovato e assieme agli altri oggetti rappresenta un reperto raro che sicuramente andrà a dare un significato alla Storia del Paese.
Al momento non sappiamo dove verranno riposti questi reperti, ma quasi sicuramente, si ipotizza che saranno sottoposti a dei controlli prima di essere esposti in qualche museo.
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