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Scoperta nuova specie sconosciuta agli scienziati: risale a 34 milioni di anni fa

Specie sconosciuta agli scienziati sbuca fuori dall’ambra. È rimasta intrappolata per milioni di anni e solo adesso sappiamo qualcosa in più sul suo conto.

Scoperta nuova specie – viaggi.nanopress.it

L’importanza degli insetti impollinatori risale ai tempi più antichi. Fin dall’inizio della storia dell’umanità, gli antenati degli insetti moderni quali api, farfalle, vespe, coleotteri e mosche hanno svolto un ruolo chiave per la riproduzione delle piante e per l’ecosistema.

Questi insetti, infatti, nutrendosi del nettare e poggiandosi sulle piante, trasportano oggi come allora il polline da un fiore all’altro, facilitando così l’impollinazione.

Questo straordinario processo avveniva anche milioni di anni fa e, di recente, alcuni scienziati sono riusciti a risalire a uno degli insetti coinvolti in tutto questo.

Scoperta nuova specie sconosciuta agli scienziati: è un insetto impollinatore

Un team internazionale di ricercatori ha condotto delle ricerche su un ritrovamento fossile davvero particolare. Sotto la guida della Estación Biológica de Doñana, ha infatti iniziato ad analizzare un insetto fino a oggi sconosciuto alla scienza, rimasto intrappolato nell’ambra per moltissimi anni.

Si stima che l’esemplare abbia tra i 34 e i 38 milioni di anni e che possa aiutare gli esperti a conoscere meglio la storia evolutiva della sua famiglia d’appartenenza.

Specie sconosciuta agli scienziati – Estación Biológica de Doñana

L’insetto sarebbe una specie di impollinatore appartenente alla famiglia di insetti preistorici Acalyptrata. I ricercatori hanno quindi sottoposto il fossile intrappolato nell’ambra a una serie di studi e analisi approfondite, ricorrendo alla macrofotografia, per poterne osservare meglio ogni dettaglio, e alla microtomografia a raggi X, per ricostruire un’immagine tridimensionale dell’insetto.

Proprio queste ricerche hanno confermato agli esperti di trovarsi di fronte a una specie finora sconosciuta.

Un insetto vissuto nel primo Eocene

Il gruppo ha preso il nume di Christelenkidae, in onore della scienziata e collezionista d’ambra tedesca Christel Hoffeins e di Lenka Rohácekvá, moglie dello scienziato che ha condotto lo studio.

L’esemplare in questione sarebbe vissuto tra la vegetazione del primo Eocene (55,5 – 33,7 milioni di anni fa), un periodo successivo all’estinzione di fauna e flora avvenuta 66 milioni di anni fa. Si tratterebbe di un impollinatore molto importante ed estremamente raro da trovare.

Una scoperta importante per affrontare la crisi della biodiversità in corso

Gli insetti impollinatori svolgono da sempre un ruolo fondamentale nell’ecosistema contribuendo in modo significativo alla riproduzione di molte piante. Senza di loro, la maggior parte della vegetazione non sarebbe in grado di produrre semi o frutti.

L’impollinazione è quindi fondamentale per diversi motivi.

In primis permette non solo alle piante di riprodursi, ma ci consente di avere a disposizione molti dei principali alimenti che consumiamo, come frutta e verdura. Senza gli insetti impollinatori, la disponibilità di questi cibi potrebbe essere seriamente compromessa.

Gli insetti impollinatori sono poi da sempre essenziali per mantenere l’equilibrio negli ecosistemi naturali.

Infine, cosa non meno importante, questi piccoli esseri sostengono anche l’economia globale. Secondo alcune ricerche, la loro attività di impollinazione contribuirebbe a ricavare miliardi di dollari all’anno nell’ambito dell’agricoltura.

Insetti impollinatori – viaggi.nanopress.it

Negli ultimi decenni, tuttavia, si è registrato un declino preoccupante delle popolazioni di insetti impollinatori, principalmente a causa:

  • dell’uso di pesticidi;
  • dell’inquinamento;
  • dei cambiamenti climatici.

Questo declino ha sollevato l’attenzione sulla necessità di proteggere e preservare gli insetti impollinatori.

La nuova scoperta e gli ulteriori studi che ne deriveranno sono quindi ora più che mai essenziali. Capire come questi animali siano diventati così importanti per l’ecosistema moderno è infatti fondamentale per tutelarli al meglio.

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