La Sardegna sembra soffrire la siccità e, se le cose continueranno così, per gli esperti sarà un’estate senza acqua.
La Sardegna è in crisi. Nelle dighe di Enas si contano 300 milioni di litri di acqua in meno rispetto all’anno appena passato, su un totale di 993 milioni. I sindaci delle varie città stanno cercando di mettersi ai ripari con le varie ordinanze di divieto.
L’ultimo anno meno piovoso, per questa bellissima isola, è stato il 1922. Quest’anno la primavera, al contrario del Continente, ha visto il cielo sardo rannuvolarsi di rado. E la preoccupazione di un’estate di siccità ha messo in moto i comuni con i divieti.
Durante il vertice convocato in Regione, alla presenza dei sindaci e dei rappresentanti degli enti dell’acqua, si è pensato di ripristinare i pozzi e i laghetti collinari e di procedere con lavori per “contenere l’enorme spreco lungo le condotte”.
Nel frattempo si è deciso per il divieto di irrigazione dei campi nell’alta Baronia, restrizioni per i rubinetti dell’acqua corrente nelle case dell’Ogliastra, divieto di annaffiare i giardini, di lavare auto, di riempire vasche e piscine. Insomma, si prevede un’estate all’asciutto e senza acqua.
L’Autorità di bacino ha segnalato le zone di divieto con le bandierine arancioni che confermano la condizione in cui si trova l’isola. Si tratta di un segnale di pericolo che si contraddistingue da quello rosso di emergenza.
Gli unici invasi a non conoscere, per il momento, la crisi sono quelli di Liscia, in Gallura e quello di Pedra ‘e Othoni sul Cedrino. In tutto questo vanno messi in conto anche gli sprechi e non solo il meteo. Per lo spreco di acqua lungo le condotte si contano ben 200 litri al giorno persi per ogni abitante.
Questo secondo i dati dell’Istat ed equivalgono al 51.3% di acqua erogata. Anzi, l’isola è addirittura considerata la “maglia nera” dell’Italia, per lo spreco delle reti comunali. Anche se è un problema che affligge tutto il Bel Paese.
Nel corso del 2022 si sono persi in Sardegna ben 3.4 miliardi di metri cubi di acqua, oltre, cioè, il 40% di quella immessa in rete. L’isola sarda è al primo posto per le perdite idriche, seguita dalla Sicilia, dall’Appennino meridionale e quello centrale.
Ancora una volta torna il divario tanto chiacchierato tra Nord e Sud che presenta le situazioni più critiche nelle Regioni del centro e del mezzogiorno. L’Istat, nel suo rapporto, ha anche riportato l’insoddisfazione dei cittadini per il servizio idrico inefficiente.
Ben il 45% delle famiglie, infatti, non si fida, addirittura, a bere l’acqua che proviene dal proprio rubinetto di casa. Il restante 10% lamenta, invece, l’irregolarità con cui l’acqua viene distribuita.
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