Nella Tuscia viterbese si estendono circa 60 ettari di bosco, con tanto di castello, giardini rinascimentali e alberi secolari.
Il Bosco del Sasseto è un luogo magico, che sembra uscito da un libro illustrato per bambini o da un film di Miyazaki. Il suo ecosistema rigoglioso, supportato da un’attenta preservazione ambientale, ha permesso nei secoli lo sviluppo di uno stupefacente bosco monumentale e scrigno di biodiversità. Immerso nella natura della Tuscia viterbese, nella località di Acquapendente, si estende per 50 ettari e ospita al suo interno tutti gli ingredienti di una fiaba: il mausoleo di un nobile importante, un Castello, boschi composti da massi di origine vulcanica, alberi secolari alti 25 metri e giardini all’italiana con labirinti di siepi. Perdervi tra quei sentieri potrà farvi tornare bambini.
Natura, sensi, anima e una storia. Oltre agli importanti aspetti naturalistici il bosco del Sasseto appare intriso di un senso di trascendenza, che si avverte all’ombra delle maestose chiome, camminando fra i massi ricoperti di muschio. Qui si conserva la storia vera di colui che, a fine ‘800, amò a tal punto questo luogo selvaggio da renderlo, rispettosamente, accessibile e da eleggerlo ad ultima dimora.
Il nome del bosco si deve ai tanti massi lavici originati da una rupe vulcanica soprastante originata dal più antico vulcano laziale circa 820.000 anni fa, la cui bocca eruttiva era posizionata nell’area dell’attuale castello. Su questo pendio e tra i massi sono cresciuti molti alberi centenari alti oltre 25 metri e con diametri superiori al metro. Il luogo si ammanta di una atmosfera particolare e quasi magica grazie alle forme contorte degli alberi, ai grandi tronchi a terra, i manti di muschi e felci sui massi e un ricco sottobosco che in primavera dispensa molteplici fioriture.
Il bosco non solo crea un’atmosfera e un paesaggio unico ma narra anche la storia di un uomo e la sua famiglia, il conte Edoardo Cahen, che a fine ‘800 amò a tal punto questo luogo selvaggio da renderlo il suo posto del cuore.
Nel Bosco del Sasseto, all’ombra del Castello che fu il centro del suo nuovo marchesato, scelse come sua ultima dimora un piccolo mausoleo in stile neogotico in una radura che si apre all’improvviso nella foresta. Il Bosco è ancora oggi un unicum con il giardino storico “Cahen d’Anvers” del Castello di Torre Alfina. I giardini e i sentieri del bosco sono stati progettati alla fine dell’800 dagli architetti francesi Henry e Achille Duchêne come parco del castello, per permettere di raggiungere dallo stesso gli angoli più suggestivi del bosco, alcuni manufatti (le ghiacciaie, la pompa dell’acqua e la sorgente dell’Acquabella) e il mausoleo neogotico, progettato negli stessi anni dall’architetto senese Giuseppe Partini in contemporanea al rifacimento del castello, e dove è stato sepolto il marchese Edoardo Cahen.
Il complesso, di proprietà civica del Comune di Acquapendente dal 19 settembre 2018, è di circa 61 ettari e il giardino e il bosco sono sottoposti dal 2019 a vincolo del MiBAC e sono stati riconosciuti nella rete regionale delle dimore storiche (dimore, ville, complessi architettonici e del paesaggio, parchi e giardini di valore storico e storico-artistico – Determinazione Dirigenziale R.L. n. G00925 del 01.02.2019).
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